Una speranza per Aleppo
Aleppo, nella chiesa maronita si celebra il Natale
di Ida Giangrande
Un segnale di speranza ad Aleppo: nella parte vecchia della città dopo quattro anni si è celebrata la tradizionale Messa di Natale nella chiesa maronita. Alla liturgia presenti anche diversi musulmani.
Si continua a morire nella città di Aleppo, solo ieri in seguito ad un attentato dell’Isis, 30 persone hanno perso la vita. Nei quartieri orientali di Aleppo, riconquistati dalle truppe governative, si muore per gli ordigni lasciati dai ribelli e si prospetta una lunga opera di bonifica, prima che i civili siriani possano tornare a vivere in sicurezza. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, solo nelle ultime 48 ore almeno 63 miliziani della Coalizione pro-Assad hanno perso la vita in 5 esplosioni, causate da trappole esplosive nascoste in una scuola. Molto più lieve il bilancio per l’agenzia ufficiale Sana che parla di due morti e 33 feriti. Sempre nelle zone già controllate dai ribelli, si scoprono i segni di una brutalità inumana. Un portavoce militare russo ha infatti annunciato la scoperta di fosse comuni dove sono stati rinvenuti i poveri resti umani di volti sconosciuti, persi nell’oblio. Ma sotto le rovine di un popolo che sembra aver perso ogni speranza, si scorge un segnale di pace: la città martire siriana sembra riprendere quella capacità di convivenza che la qualificava prima della guerra. Il 25 dicembre, per la prima volta da quattro anni a questa parte, si è celebrata la tradizionale Messa di Natale nella chiesa maronita (dei cattolici d’Oriente) di Sant’Elia. Una parte del tetto era crollata, e le panche distrutte dai bombardamenti, i fedeli però non si sono lasciati intimorire e sono tornati a riunirsi in quel luogo che era stato chiuso dai ribelli che controllavano la città vecchia. Un segnale ancora più incisivo è il fatto che ai cristiani si sono uniti alcuni musulmani e hanno intonato insieme canti di Natale in arabo, inglese e francese.
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