CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Dio non manda quello che non si può sopportare”, la certezza di santa Zelia Martin

1 Agosto 2016

Zelia Guérin

“Nel mese di agosto, invece delle consuete lettere scritte agli sposi o ricevute da loro, vi propongo di leggere alcune lettere tratte dall’ampio epistolario di santa Zelia Guérin, mamma di santa Teresa di Gesù Bambino”. Quella che don Silvio ci propone oggi è indirizzata al fratello Isidoro incoraggiandolo a non essere timido nella fede.

Il ricco epistolario di Zelia conta 217 lettere distribuite nell’arco di 14 anni (1863-1877). Ne ha scritte certamente molte altre, purtroppo non sono state conservate. Sono andate distrutte quelle inviate alla sorella monaca perché all’epoca le religiose dovevano radicalmente distaccarsi dai legami familiari. Per errore, sono state distrutte anche le missive inviate a Maria, la primogenita, per prepararla alla Prima Comunione (C. Martin, Incomparabili genitori, 118). In apparenza le lettere di Zelia non offrono meditazioni spirituali ma raccontano frammenti della vita quotidiana. E tuttavia, proprio in queste pagine s’intravede quella santità che gli sposi sono chiamati a vivere nel contesto ordinario della vita familiare. Sono pagine in cui si sente il profumo di Dio attraverso una fede che si nutre di preghiera e si manifesta nella carità. Qualche anno fa, insieme ad un gruppo di sposi, abbiamo pubblicato una raccolta tematica di queste lettere, abbiamo individuato 10 temi e per ciascuno di essi, dopo una breve ma densa introduzione, abbiamo riportato i testi più significativi degli scritti di Zelia. Un lavoro interessante al quale rimando:

Zelia, Guérin Martin, Frammenti di vita familiare, Punto Famiglia 2012.

La lettera che oggi vi propongo risale al 1864: Zelia ha 33 anni, conta cinque anni di matrimonio, tutti vissuti intensamente, 3 figlie e un’altra in arrivo. Zelia è sposa e madre, intreccia lavoro e preghiera. Ma segue con attenzione Isidoro, il fratello più giovane che in quel momento si trova a Parigi. A lui è indirizzata questa lettera, segno del suo affetto e della sua umana preoccupazione, il marito Luigi ha vissuto alcuni anni nella capitale e le ha confidato tutte le tentazioni che ha dovuto affrontare. Zelia è giustamente preoccupata. Più che una lettera, si tratta di un biglietto, poche parole per farsi presente, per dargli qualche notizia sulla vita familiare e per invitarlo alla preghiera.

Zelia conosce il fratello e sa che il clima culturale che respira a Parigi lo rende allergico ai gesti devozionali, per questo gli chiede, come un favore, di accendere un cero nella chiesa di Notre-Dame des Victoires. È bello notare che non gli rimprovera la timidezza della fede ma lo incoraggia. Appare qui  quell’icona mariana che accompagnerà la vita della famiglia Martin. Ed appare anche la fede semplice e rocciosa di questa donna, convinta che “Dio non manda quello che non si può sopportare”. È la stessa fede dei santi che hanno creduto all’amore di Dio la stessa fede di Paolo che scrive: “Dio è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze” (1Cor 10,13). È questa la fede che vorremmo avere anche noi. La chiediamo oggi per intercessione dei santi Luigi e Zelia.

11 marzo 1864

Se non avessimo avuto la tua lettera ieri, ne avresti ricevuta una da me l’indomani mattina, perché ero sul punto di scriverti per sapere se eri morto o vivo; cominciavo a credere che ti fossi gettato nella Senna. Mi dici di scriverti una lunga lettera; purtroppo ho una spedizione di pizzi da fare questa sera e mi è difficile soddisfarti.

Le figliolette stanno abbastanza bene. Paolina è la più maliziosa e la più robusta. Diverte molto nostro padre con le sue curiose riflessioni, ma non parla più del suo «tonton»; lo ha dimenticato! Maria è un po’ sofferente; sono sei settimane che non va a scuola: gliene è venuto un indicibile disgusto ed è spiacevole perché imparava con molta facilità, ma temo di farla ammalare del tutto costringendola a questa fatica. La piccola Leonia ha nove mesi compiuti, ma è ancora lontana dal reggersi sulle gambe come Maria faceva a tre mesi. Questa povera bambina è molto delicata; ha una specie di pertosse cronica, meno forte – fortunatamente – di quella da cui è stata colpita Paolina, giacché lei non la supererebbe ed il buon Dio non manda che quello che si può sopportare.

Vuoi farmi un piacere? Quando andrai dalla signora D., entra a Nostra Signora delle Vittorie e metti un cero per me; mi renderai un servizio. Non averne vergogna. D’altra parte in quella Chiesa nessuno ti conosce. Soprattutto, non stare così a lungo senza scrivere, perché questo ci rende inquieti.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.