aborto
Una proposta di legge per l’obiezione di coscienza dei farmacisti
di Ida Giangrande
Aborto: "Ogni farmacista può rifiutarsi, invocando motivi di coscienza, di vendere dispositivi, medicinali o altre sostanze che egli giudichi atti a provocare l'aborto". È quanto si legge in una proposta di legge, depositata in commissione Affari Costituzionali alla Camera, per il diritto all'obiezione di coscienza per i farmacisti.
“Nell’enciclica Evangelium vitae, emanata dal Papa Giovanni Paolo II, si afferma che: ‘ (…) l’aborto e l’eutanasia sono crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare’. Questa posizione è stata ribadita con forza, di recente, anche da Papa Francesco“. Inizia così la proposta di legge presentata da Gian Luigi Gigli, professore ordinario di neurologia e presidente del Movimento per la Vita italiano. La proposta si rifà alla ‘risoluzione 1763 (2010) dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa’ nella quale si afferma che: “Nessuna persona, struttura ospedaliera o altra istituzione può essere fatta oggetto di pressione, chiamata a rispondere o in alcun modo discriminata per il rifiuto di dare esecuzione, dare aiuto, dare assistenza o soggiacere a un aborto, a un aborto autoprocurato, a un’eutanasia o a qualsiasi atto che possa essere causa della morte di un feto o embrione umano, quali ne siano le ragioni”. Alcune associazioni di rappresentanza dei farmacisti rivendicano, da tempo, il diritto degli stessi farmacisti a essere equiparati ad altre categorie professionali, per quanto riguarda il legittimo esercizio del diritto all’obiezione di coscienza su “farmaci molto problematici da un punto di vista etico“. “La presente proposta di legge, pertanto, -si legge nel testo depositato alla Camera- in analogia con quanto avviene per altre figure professionali sanitarie nella normativa vigente sull’aborto reca disposizioni per consentire a ogni farmacista titolare, direttore o collaboratore di farmacie, pubbliche o private, di rifiutarsi, invocando motivi di coscienza, di vendere dispositivi, medicinali o altre sostanze che egli giudichi atti a provocare l’aborto, ovvero che risultino prescritti ai fini della sedazione terminale“.
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