Vita
“Avete voluto dare a questa bambina il nome di Vittoria”
di don Silvio Longobardi
Don Silvio scrive ad una coppia di genitori per la nascita della loro bambina: “Ogni nascita è memoria di quel Dio che ha creato ogni cosa per amore e gioisce nel contemplare le sue creature”.
Carissimi Lucia e Pasquale,
al termine di questo giorno, in apparenza uguale a tanti altri ma per voi specialissimo, voglio cantare insieme a voi il Magnificat per questa bambina che oggi ha visto la luce. Ogni nascita è un grido di vittoria, è annuncio di quell’amore che non si chiude in un abbraccio egoistico ma si apre alla vita, è segno visibile di quell’amore che si fa dono e dona la vita. Ogni nascita è memoria di quel Dio che ha creato ogni cosa per amore e gioisce nel contemplare le sue creature. Questa sera anche gli angeli fanno festa attorno a questa piccola creatura.
Nel ricordare a Celina che Gesù ama dimorare nel cuore delle anime, Teresa scrive che “l’anima di un bambino di un giorno è per lui [per Gesù] un paradiso di delizie” (L 165). Sì, l’innocenza fa di ogni bambino un giardino fiorito in cui Dio ama passeggiare. Contemplando questa creatura, prima di soffermarvi, secondo il vezzo comune, a individuare le fattezze dell’uno o dell’altra, o quella delle nonne e delle zie, fermatevi a pensare, con stupore, che questa bambina è immagine di Dio. Che splendore!
Imparate a passare dalla terra al Cielo, dalle creature al Creatore: se tutto è bello, diceva Chiara Lubich, che sarà mai la bellezza di Dio? Se tutto quello che è visibile appare vestito di amore, che cosa vedremo e cosa riceveremo quando varcheremo la soglia? A molti potrebbe sembrare strano che parli dell’eternità dinanzi ad una vita che muove i primissimi passi. Ma sono certo che non è così per voi. Mettere al mondo una creatura sapendo che è destinata all’eternità, aumenta la gioia, all’infinito (se fosse possibile). Tutto quello che facciamo in questa vita è destinato a perire, tutto fuorché l’amore. Di tutte le opere che realizziamo non rimarrà nulla ma i figli generati nella carne resteranno per sempre. Non è straordinario tutto questo?
Non si può stare dinanzi ad un bambino senza pregare, senza cioè elevare lo sguardo a Dio in segno di ringraziamento e di invocazione. Quando avrete tempo, andate a rivedere il film Questa mia vita (1993). Una storia commovente e profonda. Il papà porta la videocamera anche in sala parto, filma tutto ma … nel momento in cui esce il bambino, rimane così stupito da dimenticare tutto, anche di filmare proprio quel momento così emozionante.
Avete voluto dare a questa bambina il nome di Vittoria, facendo memoria di Maria, Nostra Signora delle Vittorie. Volete così confermare e fortificare il legame che vi lega alla famiglia Martin che tante volte invocò con fiducia la Vergine delle Vittorie, venerata a Parigi nel santuario a lei dedicata. Un luogo non solo ricco di storia ma ancora oggi molto frequentato. Vittoria non è sinonimo di trionfo. Sappiamo che Cristo ha vinto attraverso la croce che, ogni occhi del mondo, non è proprio una bella e ricercata immagine. In realtà, noi sappiamo di vincere se ci fidiamo di Dio e se, con la sua grazia, restiamo nell’amore. Amor omnia vincit. Vincere significa non cadere nella trappola dello scoraggiamento, così diffusa nelle nostre famiglie.
Miei cari, rendo grazie a Dio per avervi concesso un parto sereno, almeno così spero. E prego la Madonna, che tanto amate, che vi accompagni nei prossimi mesi, che saranno piuttosto impegnativi. Un abbraccio affettuoso a tutti e a ciascuno di voi, ivi compresa la neonata. In Gesù, il Servitore fedele.
Don Silvio
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