CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Figli adorati, voi siete l’opera d’arte che Dio ha affidato alle nostre fragili mani”

30 Maggio 2016

Nella rubrica di oggi, don Silvio condivide con i lettori una lettera che una coppia di sposi scrive ai loro figli che si preparano a ricevere la Prima Eucaristia.

Carissimi Salvatore e Viviana,

ci siamo quasi, mancano poche ore per questo incontro con Gesù, per questo momento in cui cambierà la vostra vita. Certo che resterete sempre quello che siete: l’incontro con il Maestro non vi farà diventare alti e biondi, certamente non comprenderete tutto della vita, ma vi permetterà di avere un cuore nuovo, di essere diversi. Che strano cari figlioli, essere diversi senza cambiare nulla! Eppure è quello che accadrà alla vostra vita, proprio come quando discese lo Spirito Santo agli apostoli riuniti in casa; dopo quell’evento, la loro vita è cambiata e sono corsi ad annunciare la gioia che solo l’incontro con Gesù può donare.

Carissimi Salvatore e Viviana, in quest’ultimo periodo vi abbiamo accompagnato con grande amore ed emozione: ci sembrava di essere come quei vasai che modellano l’argilla e vedono crescere, a poco a poco, sotto le loro mani un’opera d’arte. Voi piccoli figlioli, siete l’opera d’arte che Dio ha affidato alle nostre mani, certamente non siamo artisti ma ce l’abbiamo messa tutta (con i nostri limiti e le stanchezze che conoscete) per farvi diventare proprio come Lui vuole. Tutto questo l’abbiamo fatto perché sentivamo nel cuore il desiderio di prendervi per mano e, con il paterno affetto di don Silvio, accompagnarvi a questo momento così importante. Come una corsa in bici, di cui va così matto Salvatore, adesso vediamo il traguardo e vogliamo metterci il massimo sforzo per essere pronti per questo “primo bacio d’amore”.

Sapete bene che non ci importa che voi siate come gli altri, vi abbiamo sempre chiesto di metter al servizio di Dio i tanti talenti che ha messo nel vostro cuore; ora è il momento di impegnarsi di più, ora dobbiamo aprire anzi spalancare le vele e prendere il largo nel mare della nostra vita.

Salvatore e Viviana, prendere il largo proprio grazie a Dio che viene in modo straordinario nella vostra vita, che viene a scrivere un patto nuovo con voi dopo quello del Battesimo. Quando ci accosteremo a quell’Eucarestia, quando diventerete come quel pane che per la prima volta entrerà nel vostro cuore, vi sentirete come chi non comprende la grandezza di bene che viene donato alla vostra vita, vi sentirete come Mosè quando si trovò di fronte al roveto ardente e che non si consuma: non siamo chiamati a comprendere ma si può solo mettersi in ginocchio e gustare. Neppure noi siamo in grado di comprendere pienamente quanto è buono e grande Gesù che si fa piccolo in quel pane, ma sapete bene che proviamo ogni giorno a tuffarci in quel pane perché la nostra vita possa essere come quel pozzo che disseta.

Ripensando a quanto eravate piccoli, ci veniva in mente Viviana che ogni volta che correva nel nostro letto doveva sempre bere… bere… e quante volte avremmo voluto per lei, nel cuore della notte, quell’acqua che non finisce. Adesso, carissimi bambini, vi sarà donata in modo straordinario.

Questo è quello che vogliamo augurare a voi Salvatore e Viviana: gustando e assaporando il pane della vita, che è Gesù, possiate diventare sempre più simili a lui, stabilire un patto d’amore con Gesù riconoscendolo come l’amico sincero e diventare voi il pane per i vostri fratelli.

Mamma e papà vi sono accanto e vi accompagnano nel cammino della vostra piccola santità. Vi vogliamo bene, cari bambini, e vi affidiamo fra le braccia della più tenera delle madri, Maria Santissima.

Mamma e papà




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