18 Marzo 2016

18 Marzo 2016

O Dio o niente

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,31-42)
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Il commento

Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo” (10,31). Non siamo seduti attorno a un tavolo ma nella cornice sacra del Tempio di Gerusalemme, da parecchio tempo la discussione ha superato i confini del confronto verbale, il confronto è diventato sempre più aspro, i Giudei sono pronti a lapidare Gesù. La situazione è drammatica. Eppure Gesù non fa nulla per abbassare i toni, avrebbe potuto allontanarsi da Gerusalemme, evitare di toccare certi argomenti, sfumare le parole, attenuare le polemiche … Non è una sfida ma la testimonianza di una fedeltà che non si ritrae, non cerca le vie più comode, non fugge dinanzi ai problemi. “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?” (10,32). Gesù non aggredisce e  non minaccia. Anche se i suoi interlocutori sono ormai diventati acerrimi nemici. La sua domanda piuttosto si rivela come una proposta, egli invita i Giudei a fare un serio esame di coscienza, chiede di verificare le ragioni dell’odio e fa notare di aver compiuto molte opere, segno evidente che Dio opera in Lui. La risposta è teologicamente ineccepibile: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio” (10,33). Ecco dunque il capo d’accusa: tu, che sei uomo, ti presenti come se fossi Dio; e quindi usurpi, abusi, ti metti al posto di Dio. Tutto questo è inaccettabile in una cultura che riconosce e difende l’assoluta unicità di Dio. Questo dialogo drammatico ricorda ancora una volta qual è il cuore dell’esistenza, riporta al punto di partenza, alla domanda inevitabile. I Giudei non sono capaci di andare oltre l’apparenza, ai loro occhi Gesù resta semplicemente un uomo. Non negano le sue opere e neppure le sue capacità, ma lo accusano di farsi Dio. È questa pretesa che suscita la loro durissima avversione. “O Dio o niente”, ha scritto il cardinale Robert Sarah. Se non fosse Dio, le parole di Gesù sarebbero come ali di Icaro. Ma se è Dio … allora tutto cambia! Oggi chiediamo la grazia di riconoscere che il mistero si è fatto carne e si presenta ai nostri occhi nell’umile segno del Pane e in questa Parola che ogni giorno accogliamo con fedeltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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