di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Il commento
I racconti evangelici pongono l’esperienza delle tentazioni all’inizio della vita pubblica, subito dopo il battesimo. Luca sottolinea che fu proprio lo Spirito a guidare Gesù nel deserto: “Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto [ēgeto en tō pneúmati]” (4,1). C’è una stretta correlazione tra l’esperienza della grazia e quella della prova. È una sapienza antica, come leggiamo nel Siracide: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione” (Sir 2,1). Don Zeno, il fondatore di Nomadelfia, negli anni ’60 metteva in guardia i genitori e gli educatori: “I bambini non crescono forti, crescono dolci come caramelle. Invece i bambini devono sapere che Cristo è stato messo in croce”. Dobbiamo abituarci a questa logica così diversa dalla nostra. Lo Spirito Santo non ci è dato per preservarci dalla prova ma per buttarci nella battaglia. Chi sceglie il Signore deve sapere che non può più vivere tranquillo, deve lottare contro la tentazione del quieto vivere e contro la pigrizia, deve sopportare la fatica e le incomprensioni, talvolta anche le accuse e le calunnie. Con profetica lucidità Paolo VI, negli anni del boom economico, lanciava questo ammonimento: “si affaccia la tentazione di considerare facile il cristianesimo, di accoglierlo nei suoi conforti, ma senza alcun sacrificio, cercando di renderlo conformista a tutti gli agi abituali del vivere mondano. Non è così! non deve essere così! … (Paolo VI, Omelia, 8 aprile 1966). La fede non ci tiene lontani dalla fatica, al contrario ci conduce attraverso il deserto. Il combattimento accompagna tutta la vita. La fede, però, dice anche che possiamo vincere, se rimaniamo uniti a Gesù. Quando ci troviamo nel deserto, per non cadere nella disperazione e non cedere allo scoraggiamento, dobbiamo pregare, come Gesù ci ha insegnato: “non abbandonarci nella tentazione” (Mt 6,12). In fondo, solo di questo abbiamo bisogno: sapere che Dio resta con noi. Oggi vi invito a recitare, più volte e con calma, il salmo della fiducia: “Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla …”.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento