Storie

Il cuore di nostra figlia non batteva più

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Una mamma e un papà

Come superare il dolore per la perdita di un figlio ancora nel grembo materno? Una coppia si sposi ci scrive per raccontare la sua dolorosa esperienza, la gioia convertita in dolore in pochi attimi, la capacità di accogliere e non dimenticare.

Raccontare l’esperienza di una sofferenza è sempre  doloroso soprattutto se questa vicenda ti ha segnato nell’animo e nella vita come nel nostro caso. Siamo una giovane coppia di sposi, sposati da quasi 5 anni, dopo un fidanzamento di 10. Anche se all’inizio del nostro matrimonio avevamo deciso di trascorrere  qualche mese senza provare ad avere bambini, la nostra “decisione” è stata presto spazzata via dal comune desiderio che il Signore aveva messo nei nostri cuori di aprirci alla vita e così dopo otto lunghissimi mesi abbiamo  saputo che presto il nostro sogno si sarebbe concretizzato: saremmo diventati genitori!

La nostra è stata una gravidanza meravigliosa, senza nessun disturbo o problema, ogni giorno immaginavamo come sarebbe cambiata la nostra vita all’arrivo di una bambina, come sarebbe stato bello essere per lei dei genitori giovani e complici, come sarebbero state belle le prime vacanze insieme, il primo Natale…

Avevamo cominciato a fare il conto alla rovescia (eravamo ormai alla 26esima settimana di gestazione)  quando ci siamo accorti che qualcosa non stava andando per il verso giusto.

Lievi, impercettibili fastidi, legati soprattutto all’immenso caldo (era agosto) ci hanno portato ad anticipare il nostro mensile controllo ecografico; e qui ebbe inizio la fine: il cuoricino della nostra bambina si era fermato e lei era lì, impressa ancora oggi nei nostri occhi, come addormentata. Mai e poi mai avremmo immaginato che la gioia di questa attesa si sarebbe un giorno trasformata in un immenso dolore, un dolore profondo che ti lacera dentro e si porta via tanti progetti, tanta serenità, la felicità tanto cercata. In pochissime ore il nostro sogno si era spezzato, subito è stato preparato tutto per un parto indotto e così dopo poche ore è nata la nostra bambina. La perdita di un figlio è la cosa più atroce che possa capitare ad un genitore, è contro natura, non ha senso e non riesci a dargli senso. Non cambia a quale stadio della gravidanza succeda, se hai già altri figli o se non ne hai e sarebbe stato il primo.

È un dolore atroce che ti rimane dentro per sempre. Abbiamo cercato da subito di mostrarci forti, di reagire a questo immenso dolore, tutti ci elogiavano per la nostra forza d’animo, ma dietro ai sorrisi stentati c’era tanta amarezza, dietro i nostri occhi si nascondevano fiumi di lacrime che per tanti giorni sono stati versati. Sperimentavamo una sensazione di pianto interiore, sentivamo spesso una morsa strapparci lo stomaco. Quanta rabbia abbiamo provato! Pensavamo spesso alle  donne che abortiscono, donne che abbandonano o addirittura gettano via i loro neonati, donne che “subiscono” gravidanze non volute. Tanta amarezza anche perché non capivamo che senso aveva questa esperienza. Tanti i  sensi di colpa provati in seguito, enorme il senso di vuoto ma tanta anche la voglia di volerci riprovare, per cercare di colmare subito il nostro incolmabile vuoto. Purtroppo però non è stato per niente facile riuscire ad avere una nuova gravidanza  e così  dopo tante lunghe attese è cominciato il nostro continuo pellegrinaggio da tanti specialisti. Anche perché la perdita di  un figlio, è un’esperienza dolorosa che richiede molto tempo per essere elaborata e deve necessariamente essere affrontata e vissuta affinché sia possibile continuare a vivere nel modo più sereno possibile.

Continuare a vivere non significa dimenticare, né nascondere. Significa “passare attraverso” questa esperienza, renderla parte del proprio percorso di vita, lasciando che il lutto faccia il suo corso e permettendo alla tristezza di mettersi da parte.

Finalmente dopo tre anni di attese la notizia di una nuova gravidanza ha risollevato i nostri cuori. Anche adesso che il Signore ci ha donato l’immensa gioia di poter stringere tra le braccia  una bambina, non potremmo mai dimenticare la nostra figlia maggiore che ci piace immaginare come un angelo del Paradiso che veglia sulla nostra famiglia e quando la nostra piccina sarà un po’ più grande le racconteremo della sua sorellina maggiore  che è stata scelta dal Signore per essere un angioletto privilegiato e la sua Mamma Divina la tiene in braccio e la coccola fino al giorno in cui  ci sarà dato di conoscerla.




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