Sinodo sulla Famiglia

Sinodo sulla Famiglia, ampio consenso per la Relatio Sinodi

Sinodo sulla Famiglia

Ampio consenso per la Relatio Sinodi. Il documento conclusivo del Sinodo ordinario sulla famiglia ha ottenuto la maggioranza qualificata dei voti. Sfiorato il limite per due dei paragrafi più discussi dai padri sinodali, tra cui il punto relativo ai divorziati risposati.

Votazione rapida e ampio consenso. Questi i connotati dell’approvazione del documento finale del Sinodo ordinario sulla famiglia.

I numeri del Sinodo. I 94 paragrafi, valutati “uno per uno” dai 265 padri presenti, hanno tutti ottenuto la maggioranza qualificata dei due terzi (pari a 177 voti). I primi numeri e dati del Sinodo sono stati riferiti sabato da padre Federico Lombardi, durante il briefing serale in Sala stampa vaticana. Alcuni paragrafi hanno raggiunto una maggioranza estremamente ampia, pari al 90%, due invece hanno sfiorato il limite, con 188 e 190 voti. «I numeri che hanno avuto maggior numero di voti contrari sono, come era facilmente prevedibile, quelli che riguardavano l’approccio pastorale alle famiglie difficili, ferite o in situazioni non regolari dal punto di vista canonico o della disciplina Chiesa» ha spiegato il portavoce vaticano riferendosi al capitolo terzo della relazione finale, che affronta «le situazioni complesse delle famiglie – convivenze, matrimonio civile, divorziati risposati – ed il modo di avvicinarsi pastoralmente a queste situazioni». La Relatio Sinodi ha comunque ricevuto un ampio consenso, ottenendo per ciascun punto la maggioranza qualificata, risultato non ottenuto con il Sinodo straordinario dello scorso anno.

Un punto di partenza. La relazione finale del Sinodo, ha concluso Lombardi, è «una relazione sul Sinodo offerta al Santo Padre». Come indicano le ultime parole, i padri chiedono a Papa Francesco di valutare «l’opportunità di offrire un documento sulla famiglia. Il Sinodo non finisce qui».

Pastorale per i divorziati risposati. Entrando nel vivo del documento finale – preparato dalla Commissione ad hoc nominata da Francesco – il testo propone “discernimento e integrazione” per ripensare la pastorale dei divorziati risposati. La Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II è la stella polare per guidare il discernimento: i sacerdoti sono invitati ad «accompagnare le persone interessate», «secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del vescovo».

«I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo», si legge nella terza parte del documento, dedicata alle “situazioni complesse delle famiglie”. «La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate». Un’integrazione «necessaria pure per la cura e l’educazione cristiane dei loro figli, che devono essere considerati i più importanti».

Unioni civili, matrimonio e omosessualità. «Nei confronti delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, la Chiesa ribadisce che ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, vada rispettata nella sua dignità – chiarisce la Relazione finale – e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni ingiusta discriminazione». Si legge ancora: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». No, dunque, ai «progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali».

Matrimonio civile e convivenze. Sul matrimonio civile o altre forme di convivenza, determinate da «situazioni culturali contingenti», si può crescere «verso una prospettiva di stabilità». In presenza di un legame duraturo, affidabile e aperto alla vita, è possibile intraprendere un cammino verso il sacramento nuziale, «scoperto come il disegno di Dio sulla propria vita».

Abusi sui minori. Un indirizzo preciso emerge dalla Relatio Sinodi: tolleranza zero nei casi di abuso sessuale sui minori. “Prevenzione e cura” nelle situazioni di violenza familiare.




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