Sinodo sulla Famiglia

Sinodo, Relazione finale giudicata “ordinata e soddisfacente”

Sinodo sulla Famiglia

“Ordinata e soddisfacente” è stata giudicata la Relazione finale dai padri sinodali, nel corso della Congregazione generale di ieri. Per mons. Van Looy “potrebbe essere l’inizio di una Chiesa nuova”.

“Ordinata e soddisfacente”, molto più dell’Instrumentum laboris. È stata così giudicata la Relazione finale dai padri sinodali, riuniti ieri per la Congregazione generale. «Tutti hanno espresso un chiaro ringraziamento per il lavoro della Commissione», è il bilancio tratto in Sala stampa vaticana da padre Federico Lombardi, portavoce vaticano. In che misura il testo sarà accolto? È l’interrogativo pressante delle ultime ore, a cui il cardinale Gerard Cyprien Lacroix, arcivescovo di Québec, ha così replicato: «Il documento finale del Sinodo è tutto importante, ma anche tutta l’esperienza sinodale è importante: il Sinodo non è soltanto quello che è stato detto, ma il risultato del confronto avvenuto nei Circoli minori. Il Papa si è informato, ha ascoltato».

A riferire ai giornalisti, anche mons. Lucas Van Looy, vescovo di Gent, che ha spiegato come siano state ascoltate con attenzione tante situazioni di difficoltà per la famiglia, tra cui la questione dei divorziati risposati: «I divorziati risposati sono stati ascoltati moltissimo: il Sinodo è partito da questo ascolto fatto in questi due anni in tutto il mondo».

Al Sinodo «l’omosessualità non è un tabù», ha affermato Lacroix, precisando: «Non è stato un Sinodo sull’omosessualità, ma sulla famiglia: però è chiaro che nelle nostre famiglie ci sono queste persone». Il dibattito nelle tre settimane è stato vivo e partecipato e secondo Van Looy «potrebbe essere l’inizio di una Chiesa nuova», all’insegna della «tenerezza verso tutte le persone». Il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace – presente al briefing in Sala stampa vaticana – ha parlato di «un Sinodo emblematico della vita della Chiesa». Il matrimonio, ha spiegato Turkson, «come il sacerdozio, è un sacramento che richiede la grazia del Signore. Quando trascuriamo questo, lo viviamo come un nostro affare».




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