Adozioni

Tavolo Nazionale Affido, “Occorre assicurare adeguati sostegni alle famiglie che adottano un bambino disabile”

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Nel febbraio del 2014 erano 300 i minori disabili che attendevano di essere adottati. Numeri preoccupanti segnalati dal Tavolo Nazionale Affido, che denuncia: “Occorre assicurare adeguati sostegni alle famiglie che adottano un bambino disabile”.

“Figli di un dio minore”, nati con gravi disabilità, abbandonati dai genitori in ospedale e mai adottati. Sono preoccupanti i numeri dei bambini disabili che attendono ancora di trovare una famiglia: nel febbraio 2014, erano 300 i minori adottabili, e tutti con «gravi e gravissime condizioni psicofisiche, con handicap e disabilità, disturbi comportamentali e deficit cognitivi». L’età media è di dieci anni: 62 sono più piccoli, mentre 137 ne hanno più di 15.

Nonostante la legge 184/1983 stabilisca che tutti i minori, anche quelli con disabilità, hanno diritto di crescere in un contesto familiare, c’è ancora molta strada da fare. L’allarme è stato lanciato dal Tavolo Nazionale Affido, che ha anche denunciato come molti neonati con problemi fisici o intellettivi permangano in ospedale oltre il tempo strettamente necessario per le cure e, nell’attesa che il Tribunale dei Minori trovi loro dei genitori, la maggior parte finisce in istituti a valenza sanitaria. La mancanza di cure familiari peggiora a volte la condizione di disabilità di molti bambini.

«Occorre ribadire con forza la necessità di assicurare adeguati sostegni alle famiglie che adottano un bambino disabile – commenta Marco Giordano, segretario del Tavolo Nazionale Affido – o un ragazzo con più di dodici anni. L’art. 6 della legge 184/83 invita lo Stato, le Regioni e gli enti locali ad attivare aiuti economici, misure di sostegno alla formazione e all’inserimento sociale di questi minori. Nonostante ciò ad oggi soltanto in Piemonte sono presenti misure di sostegno specifiche. Si tratta di una meschina deresponsabilizzazione da parte dei decisori pubblici». Il Tavolo Nazionale Affido ha chiesto infatti al governo di dare un contributo economico alle famiglie che accolgono minori con età superiore a 12 anni o con un handicap accertato. Ancora, la piattaforma che raccoglie molte associazioni – tra cui Federazione Progetto Famiglia – domanda che venga al più presto attivata la Banca dati nazionale dei minori adottabili, uno strumento per trovare i genitori più adatti in base alle condizioni del bambino, accelerando così l’iter burocratico.

Giordano dichiara: «I decisori pubblici troppo facilmente dimenticano che molti di questi bambini e ragazzi, se non venissero adottati dalle famiglie, resterebbero accolti per anni in comunità residenziali, con costi a carico del bilancio pubblico enormemente più alti di quelli che occorrerebbe affrontare per assicurare loro i sostegni di cui sopra. Per tentare di smuovere qualcosa sta prendendo il via in questi mesi un’ampia Campagna di Advocacy che, attraverso l’impegno di decine di associazioni ed enti no-profit sta tentando di indurre le Regioni del Centro-Sud Italia ad adottare specifiche misure di sostegno alle adozioni difficili».

Infatti, accanto alla richiesta di accompagnamento dei neomaggiorenni in uscita da percorsi di tutela, della pratica degli “affidamenti ponte” per i bambini piccolissimi, dell’istituzione di Tavoli regionali sull’affido familiare e della certezza dei contributi economici agli affidatari, si pone il tema del sostegno alle adozioni difficili: sono questi i 5 punti della Campagna per chiedere alle Regioni del Centro-Sud Italia misure urgenti per la tutela del diritto dei bambini e dei ragazzi a crescere in famiglia.




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