Sostenere la vocazione della famiglia genera vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata

Sinodo sulla Famiglia

La famiglia è la culla in cui crescono anche le vocazioni alla vita religiosa. Si è parlato anche di questo ieri al Sinodo in corso a Roma. Presenti al briefing due uditrici: Thérèse Nyirabukeye, esperta di Metodi naturali e Moira McQueen, bioeticista.

Famiglia, grembo di vocazioni: è questo l’aspetto emerso ieri nel corso dei lavori sinodali. A dichiararlo Thérèse Nyirabukeye, consulente e formatrice per la Federazione africana dell’azione familiare – Faaf (Rwanda) – che ha spiegato: «Sostenere la vocazione e la missione della famiglia nel mondo genera vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata». Un’altra voce femminile ha arricchito la riflessione sull’aspetto delle vocazioni. Si tratta stavolta di Moira McQueen, uditrice del Sinodo e direttrice dell’Istituto canadese cattolico di bioetica (Canada), osservando che stiamo assistendo «ad un rifiorire di vocazioni, è necessario promuoverle per il bene dell’intera società». La questione della valorizzazione della presenza femminile nella Chiesa aveva spinto l’arcivescovo canadese Paul-André Durocher ad avanzare l’idea del diaconato femminile. Al briefing di ieri, Jeremias Schröder, arciabate presidente della Congregazione benedettina di Sant’Ottilia, ha commentato così la proposta: «Sono rimasto impressionato. Mi è sembrata audace e anche convincente, potrei immaginare un cammino in questo senso ma il tema non ha avuto grande eco in Aula».

Per l’arciabate, su alcuni temi specifici «si è parlato dell’ipotesi di affrontare le questioni in base al contesto culturale». In Germania, ad esempio, è molto sentito l’argomento dei divorziati risposati, e le soluzioni pastorali potrebbero essere diverse a seconda delle situazioni particolari. Anche per Moira McQueen si tratta di questioni da affrontare “a livello regionale”, non perdendo mai di vista però la Chiesa universale.

Infine, l’uditrice al Sinodo Thérèse Nyirabukeye ha raccontato la sua esperienza a contatto con le donne e con le coppie: «Sono fiera di poter lavorare in questo campo. L’esperienza che ho maturato sin dagli anni Ottanta mi ha fatto vedere che tra le donne nei villaggi il fatto di conoscere il funzionamento biologico del proprio corpo è fondamentale». L’esperta ha dichiarato che in Rwanda 1.500 nuove coppie si sono iscritte ai corsi sui Metodi naturali per la regolazione della fertilità: «Alcune di queste donne mi hanno detto di volersi impegnare come “missionarie della vita”».




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