Sinodo sulla Famiglia

La voce delle famiglie alla veglia di piazza San Pietro

Sinodo sulla Famiglia

L’esperienza di famiglie che quotidianamente sperimentano bellezza e fatica dell’amore coniugale e familiare: sono state le testimonianze delle coppie ad arricchire la riflessione in piazza San Pietro sabato scorso, alla veglia di preghiera promossa dalla C.E.I..

La voce della famiglia ha scaldato i cuori delle tante persone accorse in piazza San Pietro per la veglia di preghiera di sabato scorso, alla vigilia della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. A rompere il ghiaccio condividendo la propria esperienza da fidanzati Juan Luis Giron Pons (24 anni) e Sara Ledda (20 anni), cubano lui e sarda lei, residenti ad Alghero. «Spesso litighiamo come su un ring» hanno raccontato. «Noi siamo come due pugili: non molliamo mai dopo tanta fatica, tanto allenamento, tante sconfitte e tante vittorie» ha spiegato Juan. «Andando avanti – gli ha fatto eco Sara – il gioco si è fatto più duro. Il fatto di avere caratteri forti, orgogliosi e testardi come siamo, in un primo momento si è rivelato essere un limite, in seguito la nostra forza».

Anche Lorena e Stefano hanno raccontato i loro 24 anni di matrimonio, costellati dal dono di 4 figli: Emanuele, Martina, Luca, Francesca. «Com’è difficile amare l’altro nel momento in cui non corrisponde più al nostro ideale, o quando nelle difficoltà avverti che si allontana da te» hanno affermato. I coniugi sono responsabili della pastorale familiare della diocesi di Trento e hanno letto in piazza San Pietro una sorta di carta di impegno della coppia: bisogna amare il proprio sposo e la propria sposa, «più delle tendenze mediatiche del momento, più del lavoro, più dei figli, più del conto corrente e più del calcio». Anche i figli hanno raccontato brevemente la loro esperienza di famiglia: Martina, in particolare, ha condiviso il suo “progetto di coppia”. Ha 21 ed è fidanzata con Sandro, di 25. Insieme stanno crescendo sempre più nella direzione della preparazione al matrimonio.

Con 35 anni di matrimonio, 5 figli, nuore, generi e 4 nipoti, Francesco e Lucia Masi si sono presentati in piazza San Pietro testimoniando la forza e la speranza al di sopra di ogni difficoltà. I Masi sono alle prese con la condizione di salute di Lucia, affetta da una rara malattia autoimmune di natura neurologica: «Tutti noi siamo stati testimoni dell’amore di Dio e della forza rivoluzionaria di una tenerezza di un padre che non ci ha mai lasciato soli», ha detto Stefano. E Lucia: «Ho litigato con Gesù, ho alzato la voce. Poi un giorno ho sentito una frase: dire ti amo significa dire che non morirai mai».




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