Storie Maria Cristina Cella: “Ma io dottore sono incinta!” Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 12 Settembre 2015 Nessun commento su Maria Cristina Cella: “Ma io dottore sono incinta!” di Luigi Accattoli La lettera di Maria Cristina a Riccardo, l’ultimo figlio di appena 16 mesi, scritta un mese prima di morire. Un figlio desiderato, al punto di rifiutare le cure per combattere il suo tumore per poterlo dare alla luce. Maria Cristina Cella mamma di tre bimbi muore di tumore a 26 anni nel 1995, avendo rifiutato le cure che avrebbero potuto danneggiare la terza gravidanza. A quel terzo bambino che ha potuto accompagnare nella crescita per soli 16 mesi, questa mamma coraggiosa scrive una lettera un mese prima di morire, perché la possa leggere da grande. «Caro Riccardo, tu devi sapere che non sei qui per caso. Il Signore ha voluto che tu nascessi nonostante tutti i problemi che c’erano. Papà e mamma, puoi ben capire, non erano molto contenti all’idea di aspettare un altro bambino, visto che Francesco e Lucia erano molto piccoli. Ma quando abbiamo saputo che c’eri, ti abbiamo amato e voluto con tutte le nostre forze. Ricordo il giorno in cui il dottore mi disse che diagnosticavano ancora un tumore all’inguine. La mia reazione fu quella di ripetere più volte: “Sono incinta! Sono incinta! Ma io dottore sono incinta!”. Per far fronte alle paure di quel momento ci venne data una forza smisurata di volontà di averti. Mi opposi con tutte le mie forze al rinunciare a te, tanto che il medico capì già tutto e non aggiunse altro. Riccardo, sei un dono per noi. In quella sera, in macchina, di ritorno dall’ospedale, quando ti muovesti per la prima volta, sembrava che tu mi dicessi: “Grazie, mamma, che mi vuoi bene!”. E come non potremmo non volertene? Tu sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così bello, vispo, simpatico… penso che non c’è sofferenza al mondo che non valga la pena per un figlio. Il Signore ha voluto ricolmarci di gioia: abbiamo tre bambini stupendi, che, se Lui vorrà, con la sua grazia, potranno crescere come Lui vuole. Non posso che ringraziare Dio perché ha voluto farci questo dono grande, che sono i nostri figli. Solo Lui sa come ne vorremmo altri, ma per ora è davvero impossibile. Cristina 24 settembre 1995 – Ospedale di Marostica Questa lettera è tra i documenti che potrebbero portare alla proclamazione della santità di Maria Cristina: la causa è stata introdotta dal vescovo di Padova l’8 novembre 2008. Nel decreto si legge: «Maria Cristina Cella Mocellin nacque a Monza (Milano) il 18 Agosto 1969; sposò Carlo Mocellin il 2 febbraio 1991, di Carpanè, in provincia di Vicenza, diocesi di Padova, dove gli sposi fissarono la loro residenza. Tutta la vita di Maria Cristina fu impostata all’insegna della generosità, di una fede incarnata, in un atteggiamento di continuo dono. Morì di tumore il 22 ottobre 1995, a 26 anni. Non accettò quelle cure che potevano danneggiare il bambino che portava in grembo: era alla terza gravidanza. Così il bambino nacque sano, attraverso il gesto eroico e il sacrificio della madre». Il tumore all’inguine l’aveva aggredita una prima volta a 18 anni e pareva esserne uscita bene. Era laureata in lingue e catechista in parrocchia. Ha lasciato un diario nel quale cinque giorni prima della morte ha scritto: «Sono ancora qui in tua compagnia Signore, dove tu mi vuoi da sola per parlare al mio cuore. Ho paura, ma non tanta, perché ti sento, percepisco la tua presenza silenziosa ma reale. Ci sei, ci sei. Sei qui al mio fianco. Non parli, ma sussurri al mio cuore dolci parole che mi fanno gioire». Il parroco di Carpanè, don Teofano Rebuli, che l’ha accompagnata nella malattia, ha raccontato all’Avvenire del 3 dicembre 1995 che il giorno della morte Maria Cristina ripeteva: «Fare la tua volontà è la mia pace». «Un’ora prima di morire – ha detto ancora – continuava a chiamare Francesco, Lucia, Riccardo, i nomi dei tre bambini. Li pronunciava coscientemente uno dopo l’altro come una preghiera». La lettera a Riccardo fu pubblicata anche dal Corriere della Sera del 4 dicembre 1995 a p. 2 con il titolo: “Non volevo rinunciare a te, il medico capì”. È poi entrata con il diario e altri scritti nel volume “Una vita donata” pubblicato dalla San Paolo nel 2005. Nel 2009 sempre la San Paolo ha pubblicato una biografia di Maria Cristina scritta da Alberto Zaniboni, suo compagno di studi, autore e regista teatrale, “Cara Cristina… La vita di Maria Cristina Cella Mocellin”. >> Visita il blog di Luigi Accattoli Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La preghiera sincera ti salva il matrimonio: la storia di Anna e Filippo “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? 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