Luigi e Zelia Martin

A servizio di tutte le famiglie

di Mariarosaria Petti

Ad Angri sorge la prima Chiesa al mondo dedicata a Luigi e Zelia Martin. A custodire il Santuario per la famiglia, una coppia di sposi con i loro figli. “La preghiera è la prima forma di carità” con questo spirito i coniugi Anna e Salvatore Caracciolo si pongono al servizio di tutte le famiglie.

È iniziata con un richiesta precisa la storia d’amore di Anna e Salvatore. È la giovane diciottenne che poco dopo la fine della scuola, nella cornice di un ritiro di spiritualità della Fraternità di Emmaus a Roma – movimento ecclesiale a cui i due sono legati da quel momento – chiede al ragazzo che le fa la corte di mettere al centro di quel legame una persona speciale, Gesù. Un unione che dopo lunghi anni di fidanzamento trova il suo coronamento con la celebrazione del matrimonio.

Ma i giovani spensierati che si rincorrevano in un prato fiorito in quelle giornate romane, non avrebbero mai potuto immaginare di incrociare sulla loro strada l’esempio di due santi sposi, Luigi e Zelia Martin e diventare poi, un giorno, i custodi dell’unica Chiesa al mondo dedicata proprio a loro.

La giovinezza è vissuta in un cammino di fede radicato che trova nel seno della Fraternità di Emmaus un ambiente per poter crescere e consolidarsi. Sono gli anni in cui i due ragazzi scelgono di vivere esperienze significative di condivisione, decidendo di far compagnia agli anziani di Casa Serena, un ricovero che si trova nella loro città natale, Angri. In quello stesso luogo, nelle stesse stanze in cui portavano un po’ di affetto ed allegria ad anziani abbandonati, Anna e Salvatore torneranno. Dopo 15 anni di fidanzamento e 3 anni di matrimonio, gli sposi decideranno di vivere in un’Oasi della Fraternità di Emmaus.

L’oasi è una famiglia che vive la fede e intreccia la preghiera con l’accoglienza. È una casa aperta, un luogo di preghiera. L’oasi è dare un pasto ad un anziano che non sa dove andare, è un sorriso che non ti domanda da dove vieni ma qual è il tuo bisogno.

Nonostante alcune esperienze pregresse di convivenza in altre Oasi con alcuni consacrati della Fraternità, Anna e Salvatore decidono di riflettere sulla possibilità di ritornarvi da sposi. Maturano questa scelta nella preghiera. È l’anno della loro promessa eucaristica: i coniugi Caracciolo decidono di partecipare quotidianamente all’Eucarestia. È nel solco di questo dialogo ininterrotto con il Signore che pronunciano il loro “sì”: inizia la loro nuova avventura familiare con la piccola Rosa Maria, la primogenita di appena un anno.

Il 21 settembre del 2010 arrivano in quella che una volta fu la “Città dei ragazzi”, uno spazio animato da don Enrico Smaldone, un santo sacerdote che si impegnò a togliere dalla strada bambini poveri e in difficoltà. Anna e Salvatore trovano uno stabile abbandonato: «Noi vedevamo in quella casa tante possibilità» racconta Anna. Tinteggiano le pareti e preparano una stanza per l’Eucarestia. Insieme a Valentin, un giovane in discernimento vocazionale – oggi consacrato della Fraternità e seminarista – i lavori proseguono senza sosta. Il progetto del movimento chiedeva come primo passo un segno di carità.

«Ancora in fase di assestamento – prosegue Anna – accogliemmo le reliquie di Luigi e Zelia Martin e poi quelle di Santa Teresa. Il vescovo di allora della nostra Chiesa locale, la Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Illiano, ci disse che pregare insieme era già la prima pietra del nostro disegno. Così, è maturata l’idea di costruire una Chiesa, intitolata a Luigi e Zelia, un segno di carità per tutte le famiglie». La preghiera come prima forma di carità: è questo l’ideale che spinge la Fraternità ad edificare un tempio dedicato a tutte le famiglie.

Il 26 marzo del 2012 la Chiesa è inaugurata, Anna e Salvatore insieme a Rosa Maria e all’ultimo arrivato, Giovanni Paolo, ne diventano i custodi: «Il nostro impegno è quello di custodire la vita orante – spiega Salvatore – la prima porta che si apre ogni giorno è quella della cappella».

Ogni domenica i coniugi Caracciolo accolgono i pellegrini che iniziano a recarsi sempre più numerosi presso la loro casa di preghiera. Gli sposi presentano la storia e il modello di santità di Luigi e Zelia e nella condivisione della preghiera sono vicini a tante famiglie ferite: «Abbiamo pensato di dedicare delle Sante Messe per i genitori con figli in Cielo. Ancora, proponiamo degli incontri per chi vive il tempo della vedovanza, per coloro che sono separati – afferma Anna –, ma è anche un luogo di gioia. Gli sposi rinnovano le promesse matrimoniali, i fidanzati affidano a Dio il loro percorso d’amore, celebriamo la liturgia per le mamme in attesa».

La compagnia di Luigi e Zelia è per Anna e Salvatore uno stato di grazia. Le difficoltà familiari – legate al lavoro e alle preoccupazioni per i figli – sono affrontate con serenità, nella fiducia profonda propria dei figli che lasciano al Padre la matita per disegnare la loro storia.




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