Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria
Con lo sguardo rivolto a Maria
di fra Vincenzo Ippolito
Oggi risplende la gloria di Dio in Maria, Madre del Signore. Con questa lettera, rivolta ad una giovane coppia di sposi, ci soffermiamo a contemplare la bellezza della Vergine di Nazaret, la tutta bella, che con la sua vita, abitata dallo Spirito Santo, dice ad ogni famiglia: “Umilmente confessate di essere l’uno servo dell’altro, aiutandovi ad essere casa costruita sulla roccia che è Gesù”.
Carissimi Chiara e Lorenzo,
mi chiedevate di indirizzarvi una lettera che potesse aiutarvi a far sintesi, durante questa estate, dei primi passi del vostro matrimonio. È sembrato spontaneo al mio cuore, a ridosso della solennità odierna, di pensare a Maria, la Madre di Gesù e nostra, a Lei che in una famiglia umana ha vissuto cuore a cuore con il Figlio di Dio, reso figlio dell’uomo grazia a Lei.
Quando nelle Litanie Lauretane invochiamo Maria come la “Domus aurea”, la “Foedelis arca” (la Casa d’oro, l’Arca dell’Alleanza) – quante volte in preparazione al vostro matrimonio abbiamo insieme invocato la Vergine camminando nel guardino del convento, mentre voi mi guardavate stupiti per il mio tenere a mente tutte quelle invocazioni! – noi condensiamo in parole brevi e semplici, profonde e vere, tutta la ricchezza della vita della Vergine. Espressioni come queste, infatti, vogliono portarci a penetrare nell’intimità che questa Donna ha vissuto con il suo Signore, gettando luce sul lavorio interiore che ella ha lasciato fare al Dito della mano di Dio dentro di lei. Maria, nell’offerta totale della sua persona all’azione dello Spirito, è diventata la casa tutta di Dio, il Tabernacolo della sua Presenza, l’Arca della Nuova Alleanza. Quando nell’annunciazione l’Angelo Gabriele le propone di essere rivestita dall’Alto, “… lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc 1, 35), non ci sono tentennamenti in lei, né paura, non è gelosa della sua vita, dei suoi pensieri e desideri, del futuro suo e dei piani che già la vedevano sposa felice al fianco di Giuseppe. Maria riesce a pronunciare il suo abbandono con un semplice “Fiat”, riesce a credere all’amore di Dio senza fare calcoli, è capace di fidarsi della parola del Messaggero divino, manifestando la sua piena volontà di costruire la sua vita sulla Parola che le è stata annunciata. Da Fanciulla qual è, Maria trova la forza e il coraggio di perdersi totalmente in Dio e gettarsi così nell’oceano della divina misericordia, perché fedele è Colui che l’ha pensata, prediletta, amata e chiamata dall’eternità.
Inizia così un meraviglioso scambio tra Maria e il Figlio che le cresce nel seno: lei gli dona la vita umana, che pur da Lui ha ricevuto come creatura dal suo Creatore, ed il Figlio la inonda della vita della Grazia; ella le offre di vivere all’unisono grazie ai battiti del suo cuore umano ed Egli le concede di condividere i palpiti d’amore divino del Padre; Gesù respira con i polmoni di Maria l’aria di questo mondo, Maria, invece, sente la bellezza dell’aria del cielo grazie al respiro del Figlio. È così la vita di Maria silenziosamente trasborda della vita stessa di Dio, come da un vaso fuoriesce l’acqua sovrabbondante che non si può contenere. Così Giovanni il Battista (cf. Lc 1, 39-56), ancora nel grembo della madre, riconosce la divina Presenza in quella Fanciulla ed esulta, mentre Elisabetta canta la fede che ha spinto la giovane Parente a fidarsi di Dio e a donarsi senza riserve a Colui che tutto a lei si era donato. Tu Chiara vivrai questo scambio quando il Signore – non temere accadrà presto, sto pregando per questo! – ti accorderà la grazia della maternità.
Ma con quali materiali è costruita questa casa? Come Maria riesce ad essere la nuova arca, a contenere nel suo seno Colui che neppure i cieli riescono ad accogliere? A ben vedere lo Spirito ha utilizzato i materiali più pregiati: le pietre ben intagliate sono quelle della disponibilità, la malta dell’amore oblativo è abbondante, l’acqua della grazia divina che tutto rinnova non si calcola, mentre il legno utilizzato è quello della croce, donato a Maria prima della passione del Figlio suo, per sostenere ogni cosa. Come sono diverse le nostre costruzioni! Noi siamo abituati alla casa di Ansel e Gretel, quella fatta di marzapane e cioccolata, nella favola dei fratelli Grimm; desideriamo spesso un mondo che esiste soltanto nella nostra mente, ma che non ha una reale consistenza nella nostra storia. Siamo abituati a sognare ad occhi aperti un mondo migliore, una fratellanza universale, un regno di pace e di giustizia, delle famiglie e comunità dove il Vangelo sia pane quotidiano … quanti desideri e sogni!
Maria non ha nulla di tutto questo. Dinanzi alle nostre parole, lei mette la stabilità e la fedeltà della Parola di Dio, l’unica che ha fondamento e senso, ma che media la volontà del Signore nella storia umana e la attua, con un lavoro paziente ed amoroso; dinanzi al nostro volere mille cose, Maria propone il desiderare soltanto Dio come unica ragione della propria vita; dinanzi ai nostri pozzi screpolati dove spesso attingiamo l’acqua di effimere illusioni, la Madre del Signore ci fa mostra come la sorgente della misericordia divina che attinge dal cuore di Dio zampilli di acqua sempre fresca per dissetare e rendere coltivabile e rigoglioso il giardino del nostro cuore; dinanzi alle nostre pretese di gridare ed imporre la nostra verità, lei propone il silenzio della vita che lascia operare Dio. Vi rendete conto di come sia proficuo mettersi alla scuola di Maria, farsi portare per mano da Lei ad incontrare Gesù, suo Figlio e Signore nostro!
Cari amici, la promessa che Gesù rivolge ai suoi apostoli: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23), richiama il cammino che Maria ha percorso da prima discepola del Figlio suo. Considerate bene queste parole, si tratta di una promessa! Cristo, infatti, vuole abitare dentro di voi, bussa ripetutamente, senza stancarsi, alla porta della vostra casa. Vi prego, aprigli e fate festa con lui, dategli le chiavi del vostro mondo interiore e lasciate che egli vi lavori come ha fatto con Maria, rendendovi in Lui una sola carne, pronti alla condivisione e all’offerta per amore dell’altro! Essere casa, dimora sua vuol dire, infatti, crescere nella coscienza di questa Presenza che vi abita come sposi, legati l’uno all’altro nel vincolo del matrimonio, di questa Voce che vi parla attraverso la voce della persona che vi sta accanto, anzi che è parte della vostra stessa carne, di questo Dio che è più intimo a voi di quanto voi stessa possiate pensare e desiderare.
Curate nella vostra famiglia il silenzio come spazio abitato dalla Parola che Dio vi dona per farvi passare dalla morte quotidiana alla vita nuova dello Spirito; amate il vostro Dio con cuore indiviso e fatevi bruciare dal desiderio di stare sempre con Lui, di guardarlo negli occhi, attraverso lo sguardo dell’altro/a, lasciando alla sua misericordia la possibilità di invadere gli angoli più reconditi del vostro cuore; lasciate che la sua Luce illumini gli oscuri fallimenti che vi fanno paura, gli errori che cercate di rimuovere continuamente, ma che agli occhi di Dio rappresenta le piaghe di morte, che, se accolte nella sua logica, possono diventare i segni della trasformazione dello Spirito in voi. Lasciatevi guidare l’uno dall’altro senza paura e vergogne, lasciate all’altro che è parte di voi di sconvolgere la vostra vita, abbattete gli angusti steccati del vostro giardino perché l’altro vi insegni a guardare con libertà e curiosità crescente l’orizzonte che Dio disegna ogni giorno dinanzi ai vostri occhi. Alzate il volto e contemplate la vigna di Dio che richiede il vostro lavoro, la cura e la preghiera, il dolore ed il silenzio vostro. Vigna di Dio è per voi la vostra famiglia e i parenti, la comunità parrocchiale e il vostro ambito lavorativo. Non abbiate paura di donarvi l’uno all’altro, con la stessa docilità della Vergine e lasciate all’altro che è segno privilegiato di Dio nella vostra storia di spingervi sempre oltre le proprie sicurezze; lasciate che sia Cristo a difendervi nelle difficoltà, non alzate mai la voce, ma umilmente confessate di essere l’uno servo dell’altro, aiutandovi ad essere casa costruita sulla roccia che è Gesù!
In questo cammino vi introduca Maria, la madre di Gesù e nostra. Non abbiate paura di affidarvi a lei, di rifugiarvi come un bambino tra le sue braccia, nascondendo il vostro volto nel suo seno. Non abbiate paura dei suoi abbracci e dei suoi baci. Abbiamo bisogno delle sue carezze, del suo affetto materno, dell’amore grande del suo cuore. Se non ci fosse stata Lei, io mi sarei perso da un pezzo … Maria mi spinge a guardare verso il suo Figlio Gesù, a non aver paura della croce, a lasciar operare e parlare Dio nella mia vita, ad aprirmi alla gioia, quella vera che solo Lui riesce a donarmi.
Vi accompagno con la preghiera. Lo stesso mi attendo da voi!
Fra Vincenzo
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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