Verso il Sinodo
“Quale futuro per le categorie più deboli della società”
L’Instrumentum laboris dedica molta attenzione alle famiglie che vivono la sofferenza per un figlio disabile o che si prendono cura di anziani: si apre la riflessione sulle ferite della famiglia. “Quale futuro per le categorie più deboli della società” si chiede Previte di Cristiani per Servire.
«L’Instrumentum Laboris del Sinodo sulla famiglia ha messo in risalto, oltre l’importanza della famiglia nella società, quella delle categorie fragili e dimenticate, come gli anziani, ai quali va riconosciuta “dignità e speranza”, e come i disabili che vanno tutelati per contrastare “le forme impietose di stigma e pregiudizi”». È quanto si legge in un comunicato diffuso da Franco Previte, presidente dell’associazione “Cristiani per Servire”. Il presidente sottolinea «le perplessità e le preoccupazioni da molti sollevate circa il futuro dei disabili portatori di limitata autonomia (quali invalidi civili totali, parziali, sordi, sordomuti, ciechi, handicappati psichici che non hanno redditi personali o quelli di modesto importo)» in relazione al dovere di “garantire, difendere e valorizzare la qualità possibile di ogni vita”, richiamata dal documento sinodale.
La nota termina con un appello al mondo politico, affinché siano adottate leggi di tutela per le categorie più deboli della società, suggerendo «la costituzione di un “Fondo speciale economico unico”, definito dopodinoi, ampiamente richiesto da lungo tempo alle istituzioni ed auspicato lungamente dalle famiglie interessate».
Infine, Previte esprime gratitudine per Papa Francesco e la Chiesa per la sensibilità verso le famiglie ferite.
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