CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Sveglia dalle 5.00 dopo una domenica di fuoco

22 Giugno 2015

mattina

Oggi ho scelto di condividere con i lettori la lettera di Lidia, perché illustra la vita normale e straordinaria di una famiglia, che sceglie di vivere il Vangelo. Un’icona di quella santità vissuta in casa Martin, dove è cresciuta Santa Teresa di Lisieux.

Carissimo don Silvio,

buongiorno! Sono in piedi già dalle 5.00, ma sveglia da molto prima, anche se a letto sono andata appena all’1.10 di notte. Credo che i bambini oggi dovranno sopportarmi un po’. Ieri è stata una domenica di fuoco.

Per vivere insieme la Messa alle 9.30, eravamo già tutti pronti molto presto per uscire e andare in ospedale dove, in cappella, abbiamo celebrato l’Eucarestia. Potrebbe sembrare normale, ma per buttare giù dal letto i bambini (soprattutto i grandi che la sera prima erano andati tardi a dormire), fare colazione, vestire i più piccoli e dare delle dritte ai più grandi, ci vuole non poco tempo e tante energie. A questo si aggiunge il dover almeno avviare qualcosa per il pranzo, visto che Massimo doveva lavorare anche nel pomeriggio. Ovviamente, prima di andare, una breve preghiera almeno per iniziare la giornata con Maria.

La Messa con Pier Giuseppe sempre in braccio, mentre si cerca di animare un po’ la liturgia, diventa poi un’offerta che sicuramente Dio deve gradire. Dopo la Messa e gli impegni di Massimo nel far visita agli ammalati, bisogna trovare anche il tempo di fare una passeggiata con i bambini, che lo chiedevano insistentemente. Non è stato semplice ma anche questo andava fatto.

Si torna a casa e tra letti ancora da fare, cucinare e dare la pappa al piccolo, riusciamo velocemente a mangiare insieme (questo era l’obiettivo, perché il rischio era quello che Massimo non stesse con noi). Il papà va a lavoro e mentre i piccoli finalmente mi danno due ore di tregua, perché li metto a dormire, io termino le faccende in cucina e avvio il “cambio di stagione” tanto adorato, visto che i ragazzi vanno a scuola ancora con maglie troppe pesanti e tornano sempre più sudati. Qualche telefonata, intanto, per non dimenticare le cose da seguire. Si arriva così a sera, tra tante richieste ancora a cui far fronte e Pier Giuseppe che aveva deciso di non addormentarsi.

Le poche ore che ho trascorso a letto sono state quasi tutte di veglia e non per colpa del piccolo, che si è svegliato solo due volte, ma a causa dei mille pensieri che mi affollavano la mente. Chissà perché a volte di notte i pensieri sono ancora più insistenti.

Grazie per aver letto questo mio sfogo e grazie per la tua presenza, che sono certa non mancherà mai. Scusami se ti manifesto questa fatica, ma so che tu la puoi comprendere e affidare al buon Dio.

Ti abbraccio.

Lidia




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3 risposte su “Sveglia dalle 5.00 dopo una domenica di fuoco”

Nel caos quotidiano come è difficile custodirsi, tenere insieme tutti gli elementi, affidando tutto a Colui che conosce il disegno della nostra vita.

La vita matrimoniale non è facile.Tutto quello che si dice in riguardo può sembrare o troppo banale o troppo scontato o a volte troppo elaborato come su un libro che pretenzioso vuole dare il suo contributo alla coppia. Sono queste le cosiddette esperienze che si comprendono solo vivendole. Ogni figlio è diverso ed ogni figlio è un piccolo mondo a sè. Essere mamma non è facile. No, non è facile e non è un gioco.Nella realtà della vita quotidiana come è difficile tenere in alto quel sogno d’amore che tante volte nella nostra giovinezza e nel periodo del fidanzamento avevamo accarezzato.In particolare modo quando si sperimenta la stanchezza o la fatica, quando l’amore e il gioioso sentimento che ha dato vita alla famiglia si scontra con le molteplici realtà del nostro esistere.Ti accorgi di essere mamma che interagisce con le diverse capacità e potenzialità dei figli, accarezzando e aiutando nelle diverse forze e debolezze.Ti accorgi di essere moglie quando devi sostenere e dirigere secondo i valori umani e morali la famiglia. Si ripensa all’amore come dono, quel dono che ha dato vita all’unione un cuor solo e un’anima sola, alla dimensione familiare che richiede a noi sposi di cooperare con l’amore del Creatore accogliendo dal Signore il dono dei figli.Amare da cristiani qualsiasi sia la situazione che ci troviamo a vivere se si vuole raggiungere lo stile d’amore di Cristo bisogna prepararsi anche a soffrire come Lui, in compagnia di Lui.I figli diventano poi uomini e donne allora è richiesto non più solo la forza del lavoro fisico ma anche la forza del lavoro mentale. Comprendo pienamente lo “sfogo” di Lidia perchè anche io mi sono trovata “sola” ad interagire con il contesto sociale e con la mia famiglia. Ricordo però a mia volta di essere cresciuta in una famiglia patriarcale dove il “peso” dei figli e della famiglia era equamente distribuito tra tutti i componenti: nonne, zii, comare e comarelle e dove anche l’ambiente circostante era di aiuto e propedeutico alla crescita di noi ragazzi che imparavamo senza difficoltà e senza che nessuno ci desse delle “dritte ” cosa significava stare in un contesto sociale, cosa era rispettarsi e volersi bene senza mai mettere in discussione nè la fede nè la messa domenicale a cui si partecipava con gioia perchè la domenica era un giorno di gioiosa festa ed io ero molto felice perchè il mio papà la domenica sedeva a mangiare a tavola con noi. Questa nuova cultura dominante poca aiuta la famiglia e spesso una mamma si trova a fare tutto da sola “faticando” non poco.Affidiamoci alla Madonna e in Lei riponiamo le nostre attese. La preghiera aiuta tanto in particolare modo quando si hanno più figli da crescere. Andiamo allora avanti,consapevoli che l’amore è sempre più forte delle nostre debolezze e ci aiuterà a modellare il volto spirituale del nostro esistere.

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