Turismo accessibile

Un’estate al massimo anche per noi

turismo accessibile

turismo accessibile

di Ida Giangrande

Un tuffo a mare e il ristoro dal caldo è assicurato, ma chi non può accedere facilmente in spiaggia, che estate vivrà? I nostri disabili saranno costretti a vedere onde e bagnasciuga soltanto in cartolina? Chi si preoccupa di regalare loro un passeggiata in riva al mare?

Arriva l’estate! Il caldo torrido e l’afa sembrano essere un naturale invito a tuffarsi nelle acque cristalline dei mari d’Italia. Distese chilometriche di sabbia perlata, di stabilimenti balneari pullulanti di ombrelloni, sdraio e cabine.

Ma come la mettiamo per i portatori di handicap? Come sarà la loro estate?

Inutile dirlo. Se spesso le strutture e parastrutture statali non sono funzionali per le esigenze dei diversamente abili, pensare di dotare uno stabilimento balneare del necessario per accogliere uno di loro è semplicemente un’utopia. Ma, talvolta, la realtà supera ogni ottimistica previsione. È il caso di Varazze, in provincia di Savona, dove la Cooperativa Sociale Laltromare in collaborazione con A.T.A Multiservizi S.p.A. ha provveduto ad attrezzare la spiaggia libera chiamata “Solaro” alle esigenze dei portatori di handicap.

L’attrezzatura in questione prevede un bagno, uno spogliatoio per disabili, un centinaio di lettini rialzati e un’assistenza professionale e competente. L’esperienza nasce dall’esempio del progetto “Scaletto senza scalini”, un’attività nata nel 2010 per conto del Comune di Savona in convenzione con l’Autorità Portuale, che nel corso degli anni ha realizzato un servizio di interesse generale consentendo l’accesso alla balneazione di 186 utenti disabili.

Presente all’inaugurazione anche il Presidente della cooperativa Laltromare Alberto Travasa che ha detto: «Si tratta di un’esperienza di formazione sociale che garantisce ai portatori di handicap l’accessibilità anche in spiaggia, questo deve dimostrare che la disabilità non è una limitazione, semmai i servizi non sono adeguati se la società non è in grado di rimuovere gli ostacoli e non è dotata delle compensazioni per garantire una vita normale. Abbiamo studiato una logistica che permette di arrivare tranquillamente dalla passeggiata in riva al mare. La spiaggia è dotata di bagni per disabili, di uno spogliatoio attrezzato e di lettini alti 40 centimetri per consentire il trasporto sulla carrozzina. Mettiamo inoltre a disposizione una carrozzina a mare e un gazebo per chi ha patologie neuromuscolari». E non finisce qui, in seguito all’avventura di “Scaletto senza scalini”, alcuni operatori hanno maturato un’esperienza competente e solidale nell’accompagnamento dei disabili alla passeggiata in spiaggia e al bagno su carrozzelle appropriate. Il contributo di questi operatori è fondamentale, anche perché supporta le famiglie dando anche a loro un sollievo non indifferente.

«Il progetto della nostra cooperativa vede le spiagge libere attrezzate come scuole di formazione per persone che hanno una disabilità riconosciuta – afferma il presidente di Laltromare – noi vendiamo servizi a tutti i clienti ma come Cooperativa di tipo B facciamo anche inserimento lavorativo di persone disabili. Quindi dalla disabilità alla professionalizzazione e all’inserimento nel mercato turistico-balneare. Questa esperienza ha ancora più valenza nei Paesi in via di sviluppo».

In questa importante sfida la cooperativa è affiancata dal personale  A.T.A  chiamato a supportare la gestione delle spiagge libere attrezzate provvedendo alla pulizia del litorale e a tutti i servizi che servono affinché una cooperativa come Laltromare impegnata nell’accessibilità al mare dei disabili possa avere un sostegno ulteriore da parte di una società pubblica che lavora per 18 comuni in Provincia.

Quella di Varazze è di fatto una delle poche spiagge in Italia ad essere organizzata in questo modo, un’esperienza che dimostra una sensibilità particolare verso la qualità di vita dei disabili. Molto è stato fatto, quindi, ma molto resta ancora da fare in una società che tende a confinare in una zona d’ombra coloro che non possono essere produttivamente impiegati in una professione normale. Bisogna quindi impegnarsi a valutare e rivalutare il senso della condizione sociale dei disabili. Non una vita da malato, ma uno status sociale, come molti altri, che merita rispetto e tutela dei diritti. Cominciamo dal mare e contribuiamo a rendere bella l’estate dei nostri portatori di handicap.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.