Spiritualità

Nella nostra fragilità, la potenza dell’amore di Dio

di don Renzo Bonetti*

Che cosa significa nella vita quotidiana avere fede? E alla luce della fede, come vivono il loro amore gli sposi cristiani? Ce lo spiega don Renzo Bonetti, esperto di pastorale familiare e già direttore dell’Ufficio di pastorale familiare della Cei.

Usando le parole di Benedetto XVI «Il matrimonio è legato alla fede, non in senso generico. Il matrimonio come unione d’amore fedele e indissolubile, si fonda sulla grazia che viene da Dio Uno e Trino, che in Gesù ci ha amati d’amore fedele fino alla croce». Cosa significa nella vita quotidiana “aver fede”? Aver fede, credere in una persona, significa fidarsi di lei, poterci contare al cento per cento. Si vivono sentimenti di questo genere tra i coniugi, tra genitori e figli (e viceversa). Anche il salmista (Salmo 130) parlando di abbandono nel Signore usa le parole: «Come un bimbo in braccio alla madre». E trovarsi accanto persone di cui fidarsi è un grande dono. La persona fidata ascolta, consiglia, aiuta nel bisogno. Inoltre, non la speranza, qualunque speranza, pone la sua radice nella fede, nella certezza che qualcosa che non vediamo possa accadere.

Cosa significa avere fede cristiana?

Scoprire di avere il dono del Signore Gesù. È Lui la persona di cui mi posso fidare ciecamente, che fa il mio bene, che mi ama pienamente. È Lui che mi fa conoscere l’amore del Padre e mi dona lo Spirito Santo. Da lui, Gesù di Nazareth vivo e risorto, mi posso far consigliare, istruire, guidare. Il Signore Gesù è una persona quindi da scoprire e necessariamente da accogliere per poter sperimentare quanto valga la pena affidarsi totalmente a Lui. Per rendere ancor meglio questo aspetto possiamo usare una situazione, che può accadere in ambito familiare. Pensiamo ad un papà straordinario, capace di grandi cose per i propri figli, molto preparato per accompagnarli nella crescita. Se quel padre non è accolto e stimato dal figlio, se quest’ultimo non legittima il papà ad essere voce autorevole, meritoria di essere ascoltata, escluderà questa voce dalla sua vita seguendo solo quella degli amici, che lo invitano ad essere libero da condizionamenti. Il figlio perderà un’occasione (magari unica) per diventare grande. Il dono c’è stato, ma per mancanza di fiducia, non è stato accolto dal figlio. Quindi, potremmo anche dire, che la fede è il terreno in cui avvengono gli scambi di doni tra noi e Dio: se non solchiamo queste onde, non potremmo mai gustare i suoi doni.

Fede non significa sommessamente piegarsi alla potenza di un Dio forte che schiaccia, bensì accettare di metterlo al di sopra della nostra intelligenza e volontà perché possa guidare il nostro agire. È lasciarsi andare, anche oltre la nostra persona, riconoscendo in Gesù un amore così grande per cui valga la pena metterci in fedele ascolto del Consigliere.

Alla luce della fede qual è l’identità degli sposi?

Gli sposi, essendo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, grazie allo Spirito Santo ricevuto nel Sacramento del matrimonio, sono riflesso dell’amore trinitario. E questo indipendentemente dai loro tradimenti, dalle loro discussioni, dai loro difetti. Essi hanno, infatti, lo stesso amore divino trinitario per loro e “per tutti”: sono pertanto anche chiamati a diffondere questo amore a quanti incontrano. Gesù, anche dietro al fango che può offuscare e sommergere la peggiore delle coppie, vede la presenza di quell’Amore che dice Trinità. Privi di questa consapevolezza, è improbabile lasciarsi andare nel donare oltre la propria casa e famiglia. Gli sposi, ogni giorno, devono riscoprire la coscienza di questa “dignità divina”, del loro essere qui sulla terra riflesso di Dio Trinità, del loro essere espressione del Gesù che ama fino a dare tutto per amore.

Cosa significa per gli sposi vivere questa nuova identità?

Per vivere il sacramento del matrimonio con fede gli sposi devono fare vita di coppia con Gesù, avere con Lui un’unità tanto profonda da vivere ogni aspetto della vita coniugale con il Suo stesso Spirito. Lo Spirito Santo donerà pienezza d’amore ad ogni loro gesto e capacità di trasmettere l’amore di Dio. Gli sposi si ritrovano così famiglia per far famiglia più grande – Chiesa – con gli altri sposi, ugualmente uniti profondamente a Gesù.

 

*Don Renzo Bonetti, è stato direttore dell’Ufficio nazionale di pastorale familiare della CEI dal 1995 al 2002, è oggi presidente della Fondazione Famiglia Dono Grande, avendo voluto dedicare tutto il suo tempo al progetto Mistero Grande.

 




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