Costruire il noi Non so più chi sei… Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 22 Maggio 2015 Nessun commento su Non so più chi sei… di Carolina Rossi e Giulia Palombo Le giovani coppie sperimentano la bellezza e la fatica della costruzione del noi? I fidanzati sono capaci di guardare insieme e condividere progetti di vita? Le nostre psicologhe offrono utili consigli per crescere insieme in coppia. “Amore non è guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione” (Antoine de Saint Exupéry). Ci pare molto bello poter cominciare questo focus sul percorso delle giovani coppie prospettando la possibilità di sintonizzarsi sul guardare insieme, nei termini della progettazione di un noi di coppia. Il percorso evolutivo delle coppie cosiddette sane, pur contemplando la cura per il me e il tu, riconoscendo quindi l’autonomia personale di ciascuno dei partner, può dirsi tale solo se va verso la costruzione di un senso del noi, che ambisce e ha cura della possibilità del guardare insieme verso un futuro condiviso, per realizzarlo. In ogni legame c’è un aspetto di affettività, che riguarda i sentimenti, il cuore, il desiderio di unione, di contatto caldo e di vicinanza, ma c’è un aspetto altrettanto importante, che riguarda una dimensione maggiormente legata alla dimensione razionale, cioè la progettualità. In altre parole il contratto più o meno esplicito su come la coppia intende realizzarsi e orientarsi per il futuro. In realtà, quando due persone si incontrano, portano già con sé dei progetti individuali, che nella fase dell’innamoramento sembrano perfettamente compatibili con quelli del partner. La decisione di stare con una persona non solo perché “ci piace”, ma anche perché “ci piace come siamo quando stiamo con lei”, riguarda la possibilità di realizzare il progetto che abbiamo per noi stessi. La scommessa di ogni coppia è di riuscire ad evolvere verso un progetto condiviso, includendo e rispettando i bisogni e i cambiamenti di entrambi i partner. Ogni coppia cresce, cambia, si evolve, proprio perché i due individui che la compongono crescono, cambiano, evolvono! Soprattutto quando ci si fidanza da adolescenti, quando cioè la personalità di ciascuno non è ancora formata, la maturazione psicofisica, gli eventi della vita e le esperienze, determinano la crescita personale e influenzano le possibilità e le basi della progettualità condivisa della coppia. La crisi che molto precocemente si affaccia nella coppia, dopo la prima fase che potremmo definire di idillio, spesso è dovuta ai cambiamenti cui, uno dei due per primo, accede. All’altro sembra quasi di non riconoscere più la persona che ha accanto (“io non so più chi sei, non sei l’uomo di cui mi sono innamorata!”). Se la giovane coppia non è consapevole che si tratta di un’evoluzione sana della persona e del legame, si rischia la rottura del rapporto stesso. Questo fenomeno si incontra molto spesso nelle coppie di vecchia data, dove i due partner si sono conosciuti magari in adolescenza (quando cioè i due non sono ancora completamente formati), sembrano la coppia perfetta destinata a stare insieme per sempre e finiscono per non riconoscersi più una volta diventati adulti, perché magari solo uno dei due è affettivamente cresciuto e quindi cambiato, oppure perché entrambi sono cambiati ma in direzioni che hanno rotto l’equilibrio di coppia precedente e si passa quasi alla pretesa di cambiare l’altro a propria immagine. Concludiamo, quindi, sottolineando che ogni coppia, per poter esistere oltre ad un patto, deve avere un progetto condiviso. In psicologia si parla di generatività della coppia ed è ciò che comunemente può essere definito quasi come l’idea di partire per un viaggio insieme al partner, un viaggio di vita. Poniamo un freno quindi al buon senso comune, che invece vuole far pensare che basti farsi una promessa di amore per avere un progetto, finendo poi per scontrarsi con l’inevitabile prova della realtà, cui deve sottostare l’amore. Si incorre nella rottura non appena l’amore, così come è invitabile dal punto di vista fisiologico, si affievolisce e la passione travolgente dei primi mesi viene meno. È in questa fase che la mancanza di un progetto condiviso e di realizzazione del “sé di coppia” porta a un’impasse a-progettuale, con un’inevitabile perdita di senso del rapporto. Qual è la scoperta che poi i membri della coppia riescono a fare? Scopriranno, quasi magicamente che la realizzazione personale più profonda avviene sempre in una relazione, grazie alla presenza di un’altra persona e mai in modo automatico. Avviene, cioè, attraverso un processo di cura e di responsabilità nei confronti del legame. È così che il legame diventa generativo. Vogliamo qui sfatare il mito secondo il quale la libertà individuale e la propria autorealizzazione siano obiettivi da raggiungere a tutti i costi, anche evitando investimenti relazionali, altrimenti la felicità piena non c’è. In realtà, ci stiamo dicendo l’esatto contrario. La vera conquista è quando possono realizzarsi e integrarsi mature occasioni di realizzazione personale e di coppia. Proprio un legame familiare e una relazione di coppia matura e appagante possono aiutarci a realizzare ciò che desideriamo fare e diventare. CONSIGLI Non considerare la relazione di coppia, come un ostacolo alla realizzazione personale. La coppia, “sanamente” intesa potrebbe diventare possibilità, trampolino di lancio, luogo, dove dimezzare le fatiche e raddoppiare i guadagni. Un legame duraturo e profondo non solo non limita il singolo individuo, ma lo aiuta a soddisfare alcuni suoi bisogni quali l’essere capito, ascoltato, riconosciuto e sostenuto. Il potere nella coppia deve essere equamente distribuito: i progetti comuni devono, per l’appunto, essere condivisi e definiti insieme. Perché ciò avvenga, è importante parlarsi con rispetto, confrontandosi anche se si hanno visioni diverse, sentendo le divergenze come occasioni di crescita e di riflessione, decidendo in modo libero, sentendo di essere alla pari. Se nella coppia uno dei partner ha più potere e tende ad imporre se stesso e le proprie scelte, ben presto la relazione né risentirà negativamente. I progetti che non nascono dall’accordo e dall’affidamento reciproco, non possono rappresentare una salda guida psicologica e motivazionale per il cammino della coppia. La capacità di relativizzare se stessi e le proprie posizioni è uno dei presupposti più importanti per una sana crescita dell’io all’interno del rapporto di coppia, capace di far sviluppare anche l’altro. È molto importante, all’interno della coppia, mantenere delle aree di autonomia: gestione del tempo libero, della propria rete amicale, dei propri interessi. Questo arricchisce la persona ma anche la coppia, portando nuovi stimoli da condividere. Solo se i due partner possono esprimere liberamente e autenticamente il proprio sé, anche in contesti autonomi, la coppia potrà evolvere ed elaborare progetti comuni che rispettino i progetti individuali. Essere flessibili. Bisogna mettere in conto che la progettualità può cambiare lungo il corso della vita. Gli eventi possono indurre la coppia a modificare la direzione, obiettivi che risultano irraggiungibili, potrebbero diventare ad un tratto più vicini, o al contrario quelli che ci si aspettava di raggiungere con più facilità potrebbero sfuggire di mano. Ai partner è richiesta in questi casi la capacità di rielaborare i propri progetti, fare delle rinunce, riprogettando e proponendosi nuovi obiettivi. Sogno e realismo devono sempre essere congiunti. Tanti sono i sogni e i progetti che fanno gli innamorati, alcuni realistici e altri pure illusioni. Pur dando spazio alla fantasia, all’intuizione, fantasticando insieme sul futuro, la coppia non dovrebbe mai perdere di vista la realtà. I progetti irrealistici e troppo lontani dalle potenzialità personali e/o della coppia rischiano di demoralizzare e creare frustrazione e delusione. Non ridurre il sentimento alle emozioni. La salute della coppia non si misura in base alla quantità di emozioni generate dal legame. Pur essendo fondamentale la presenza di un’attivazione emozionale nel rapporto di coppia, essa non va confusa con l’affetto. L’emozione riguarda il singolo individuo mentre l’affetto, il sentimento riguarda l’incontro con l’altro. Ed è proprio il sentimento che è alla base e dà vita alla dimensione progettuale della coppia. Un esercizio per la scoperta della progettualità Per ben comprendere e sperimentare metaforicamente cosa si intende per progettualità vi suggeriamo un’impresa. Scegliete insieme una giornata da dedicare a voi come coppia e non permettete a nessuno di impegnarla o di entrarci. Organizzatevi al meglio, con tanto di bagaglio circa tutto ciò che pensate vi possa personalmente servire. Chiedetevi alla fine come è andata la giornata, come avete condiviso gli obiettivi personali, scelto la meta comune, quali sogni avete dovuto metter da parte o rimandare e quali avete potuto realizzare. Scoprirete il modo con il quale funzionate come coppia rispetto all’elaborazione di progetti condivisi a partire da quelli personali. Riceverete anche dei suggerimenti su cosa rivedere direttamente dall’esperienza che andrete a vivere. Buon viaggio! Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La preghiera sincera ti salva il matrimonio: la storia di Anna e Filippo “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? 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