Vita consacrata La mia vocazione e le tre domande di papà Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 25 Aprile 2015 Nessun commento su La mia vocazione e le tre domande di papà di Martina Nacchio In occasione della Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, proponiamo la storia di suor Veronica, americana e in Italia da 34 anni. Il suo “sì” a Cristo è maturato tra le mura domestiche, avvolto dall’abbraccio della sua famiglia. «Hai paura di me? No. Hai paura degli uomini? No. Hai paura del mondo? No». «Era una sera d’estate, mio padre ed io eravamo appena tornati dal lavoro – che io svolgevo per pagarmi il biglietto per l’Italia – quando mi chiese di sedermi. Gli bastarono tre domande perché si rassicurasse che la mia vocazione era autentica e la mia decisione definitiva». Così suor Veronica racconta il dialogo con suo padre ad un mese dalla partenza verso la sua nuova vita vocazionale. Aveva diciotto anni quando da un paesino dello stato del Michigan, negli Stati Uniti, ha compiuto il suo primo viaggio a Roma verso l’Istituto delle Oblate di Maria Vergine di Fatima, il convento che sarebbe diventato poi la sua casa. Quella di suor Veronica è una delle tante storie di suore che rispondono alla chiamata di Dio, abbandonando tutto: casa, paese, famiglia. È la storia di un amore, quello di una creatura verso il suo Creatore e verso tutto il creato. La Giornata Mondale di preghiera per le vocazioni In occasione della cinquantaduesima Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni vale la pena di riflettere sul senso della consacrazione. “È bello con te!” è lo slogan scelto quest’anno dall’Ufficio nazionale della CEI per la pastorale vocazionale, su impulso di Papa Francesco, per sottolineare una concezione di vita superiore, in cui si possa percepire la grandezza di Dio in tutte le cose, seguendo il suo disegno con stupore, gratitudine e adorazione. Queste le tre parole chiave che guideranno i giovani nel loro itinerario vocazionale triennale di pedagogia della santità. Percorsi diversi che giungono ad un’unica meta, perché diverse sono le esperienze di coloro che irradiati dalla bellezza di Dio decidono di consacrare la loro vita al Signore. Una vocazione nata in famiglia In ogni storia di vocazione esiste un punto focale, come in un’opera d’arte. Forse nel caso di suor Veronica non sarà di facile percezione. Eppure, solo cercandolo ostinatamente, si potrà comprendere l’intera prospettiva. L’amore. Senza dubbio, l’amore è il motore che muove la mano di Chi quel quadro, con estrema grazia, lo ha creato. Ma c’è molto altro dietro una scelta di consacrazione, dietro una vocazione. Quella di suor Veronica ha radici profonde, cominciate a svilupparsi ancor prima che lei nascesse. «Mia madre – racconta emozionata – consacrò la mia vita a Dio quando mi aveva ancora in grembo. Rischiavamo entrambe di perdere la vita, secondo il ginecologo. Ma lei, fedele alle leggi dell’amore oltre che della fede, volle proseguire la gravidanza, pregando Dio di aiutarla e promettendogli che non si sarebbe opposta se quel bambino avesse voluto seguire la via della santità. Me lo confessò il giorno del mio ventunesimo compleanno, io avevo pronunciato da poco la mia professione solenne». La famiglia è il punto focale della vocazione di Teresa – suor Veronica dal 1982 – un’adolescente come tante che decide di diventare suora. L’educazione cattolica ricevuta dai suoi genitori, in un’America per lo più protestante, è stato il pilastro su cui ha costruito la sua fede. Una fede semplice quella della madre, riflessiva e attenta quella del padre, un esempio che ha illuminato tutte le sue scelte, fino a quella più importante di diventare sposa di Cristo. Seconda di otto fratelli, Teresa racconta le tappe della sua vocazione con il tono entusiasta e sereno di chi grazie alla sua decisione ha compreso il suo ruolo in questo mondo e ha trovato il suo posto, quello di cittadino della casa di Dio. Non è stato facile trovare la comunità giusta a cui appartenere, e il richiamo di Dio nelle Oblate di Maria Vergine di Fatima è giunto grazie ad un’amica, che con più coraggio aveva intrapreso un anno prima il viaggio intercontinentale. Sposa di Cristo Suor Veronica arriva in Italia a soli 18 anni, con la consapevolezza di non poter tornare in America prima di aver compiuto un’esperienza vocazionale di almeno un anno, come il padre le impose. Tornare a casa è una decisione che non l’ha mai sfiorata. Vive in Italia da ormai 34 anni e dallo scorso ottobre risiede a Castellammare, nella comunità parrocchiale della Madonna del Carmine. Il grembo della vocazione di suor Veronica è la famiglia e la sua storia di santità si gioca tutta e – ancora una volta – in quella stessa dimensione familiare, che oggi ha il volto della comunità delle consorelle con cui vive. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Vocazioni ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. 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