Matrimoni misti

Esperienza di autentico dialogo ecumenico

I vescovi delle Chiese del sud-est europeo si sono incontrati in vista del Sinodo del prossimo ottobre. Migrazioni e matrimoni misti tra cattolici e ortodossi, le prossime sfide da accogliere e seguire con cura.

Migrazioni e matrimoni misti tra cattolici e ortodossi: sono i temi affrontati durante l’incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali dei Paesi del sud-est Europa, che si è svolto dal 17 al 21 aprile a Bucarest (Romania). Le Chiese del sud-est europeo sono chiamate a confrontarsi sul dato in crescita delle migrazioni, fenomeno che impatta notevolmente sulla famiglia. Affermano i vescovi: «Molte famiglie sono divise a causa dell’emigrazione. Si spera una più stretta collaborazione pastorale tra i Paesi di origine e quelli di arrivo, come per esempio, per quanto riguarda la preparazione al matrimonio: le comunità cattoliche dei Paesi che accolgono gli emigrati dovrebbero garantire una preparazione e poi un accompagnamento delle coppie giovani che vengono a sposarsi nei loro Paesi di origine».

In ambito pastorale e in vista del prossimo Sinodo di ottobre, i presuli guardano con attenzione ai matrimoni misti tra cattolici e ortodossi. «Esistono problemi – si legge in una nota – a causa delle diversità nel modo di concepire il matrimonio e la sua sacramentalità; ma bisogna accompagnare le coppie in un cammino di fede, perché le differenze non conducano a un relativismo e un’indifferenza religiosa». I vescovi concludono, sostenendo che se «ben vissuti, i matrimoni misti sono un’esperienza di un autentico dialogo ecumenico».




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