La tragedia
“Cercavano la felicità”
Naufragio nel Mediterraneo: si temono 700 morti. Una tragedia senza precedenti. Save the Children denuncia: “Troppi minori coinvolti. L’Europa non stia più a guardare”. Il Papa: “Sono uomini e donne come noi. Cercavano la felicità”.
È la più grande strage del Mediterraneo, il naufragio avvenuto ieri nel Canale di Sicilia, a 60 miglia dal nord della Libia, che conta 700 vittime. È il direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri, a rendere noti i dati sul coinvolgimento dei minori nella tragedia: «In base alla percentuale di minori arrivati degli ultimi sbarchi, stimiamo che ci fossero anche molti bambini e ragazzi tra di loro. Non possiamo più stare a guardare mentre centinaia di persone perdono la propria vita inseguendo una speranza: quella di trovare una vita migliore lontani da guerre, dittature e povertà».
Neri aggiunge: «Non possiamo far finta di niente, il crescente numero dei morti in mare pone, non solo all’Italia, ma a tutta l’Unione Europea e ai suoi Membri, il dovere di rispondere con un sistema di ricerca e soccorso in mare capace di far fronte a questa situazione che è destinata a peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi. Chiediamo pertanto un vertice europeo urgente in cui si prendano decisioni concrete e immediatamente operative».
Sempre peggiori sono le condizioni dei barconi, come riportato agli operatori di Save the Children da alcuni dei bambini arrivati di recente, a causa del sovraffollamento e della violenza dei trafficanti nei confronti dei migranti, costretti a partire a prescindere dalle condizioni metereologiche del mare e a colpi di spari.
È necessario soccorrere adeguatamente i superstiti, vittime di una tragedia senza precedenti. Decisivo sarà secondo Save the Children, «garantire un sistema di accoglienza in grado di rispondere ai bisogni essenziali di tutti i migranti in arrivo e, in particolare, dei più vulnerabili, tra i quali i minori non accompagnati e i nuclei familiari con bambini».
«Esprimo il mio più sentito dolore dinanzi a tali tragedie» le parole del Pontefice ieri, durante l’Angelus domenicale. «Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi – ha affermato Bergoglio nel suo “accorato appello” – sono uomini e donne come noi. Fratelli nostri che cercano una vita migliore. Affamati, perseguitati, feriti, sfruttati. Vittime di guerre. Cercano una vita migliore. Cercavano la felicità».
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