Quando la vita vince

La Pasqua dei neonati abbandonati

di Mariarosaria Petti

Sabato di Pasqua, la “culla per la vita” di Giarre ha accolto un bambino lasciato dalla madre. Lunedì in albis un neonato di una settimana è stato abbandonato sul ciglio della strada nel milanese. È la festa di piccolissime mani aggrappate alla vita.

A bordo strada, con indosso una tutina di cotone e ricoperto da una busta, ha fatto così conoscenza del mondo il neonato abbandonato nei pressi di un campo a Cormano, nel milanese, lunedì in Albis. Non c’era una culla a casa ad aspettarlo né un carillon ad accompagnare il suo sonno. Nessun corredino pronto con il suo nome ricamato in ogni angolo. Ma la vita è più forte dei limiti umani. La vita del neonato di appena una settimana lo sa bene. Ha resistito al freddo, ha agguantato con il suo pianto una passante. Un bambino di sette giorni che insegna come aggrapparsi alla vita, anche quando non vi sono comodità, non si è pronti, si è soli e abbandonati. La salvezza del piccolo si chiama Giuseppina, 75enne proprietaria di un orto sito in quell’area, che ha subito dato l’allarme dopo aver visto una piccola testolina sbucare fuori dal sacchetto di plastica, accovacciato a bordo strada. «Pensavo fosse un bambolotto dopo un attimo sento piangere e le gambe mi tremano» ha dichiarato. Grazie a suo marito, è partita subito la telefonata al 112. Sul posto sono accorse subito un’ambulanza del 118 e una pattuglia dei carabinieri di Sesto San Giovanni.

Finalmente il piccolo ha raggiunto un luogo caldo, è stato preso tra le braccia dai medici dell’ospedale Niguarda di Milano, dove è arrivato in buone condizioni. Probabilmente è stato partorito in casa. La sua carnagione olivastra lascia pensare che abbia origini straniere, ma è ancora presto per dirlo. Adesso si cerca la madre, anche se dai primi rilievi è da scartare l’ipotesi che lo volesse eliminare.

Soltanto qualche giorno prima, il sabato di Pasqua, la “culla per la vita” ha accolto un neonato, lasciato questa volta a Giarre, in provincia di Catania. Alle 4.17 della notte tra venerdì e sabato, la Centrale operativa Catania-Ragusa-Siracusa, attiva presso l’ospedale Cannizzaro di Catania, ha ricevuto il segnale proveniente dalla nicchia posta in via Umbria, a lato della chiesa di Gesù Lavoratore. La culla garantisce un completo anonimato ed è sicura per i piccoli ospiti. È dotata di un sensore e di una telecamera che rilevano la presenza all’interno del vano e attivano l’allarme collegato con la centrale.

«Ci riempie di gioia che l’abbandono del neonato avvenuto a Cormano si sia risolto positivamente. Probabilmente il desiderio di chi lo ha abbandonato non era che egli morisse, ma che qualcuno lo ritrovasse e se ne prendesse cura – lo afferma Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita – l’accaduto, a poche ore di distanza dal ritrovamento di Giarre, che pure si è concluso positivamente, sottolinea ancora una volta l’urgenza di una campagna di informazione per incoraggiare le gestanti che non vogliono o non possono tenere il bambino a evitare aborto e infanticidio e ad avvalersi delle leggi che ne consentono il disconoscimento dopo il parto, nel pieno rispetto dell’anonimato». Il neo presidente ha concluso: «Il Movimento per la vita sollecita anche le autorità sanitarie a promuovere la conoscenza della rete delle circa 50 “Culle per la vita” realizzate in gran parte dal Movimento che, come a Giarre, sono presenti in tutta Italia».

È la Pasqua dei neonati abbandonati. È la festa di piccolissime mani che si aggrappano alla vita. È la vittoria di un pianto che rompe il silenzio della morte.

 




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