diocesi

Ripartire dalla relazione

Tortona

di Antonella e Franco Boarin, don Paolo Padrini (Responsabili Commissione Damiglia Diocesi di Tortona)

Antonella e Franco Boarin, responsabili insieme a don Paolo Padrini della commissione famiglia della Diocesi di Tortona, raccontano il loro servizio per la pastorale familiare. Al centro la relazione con Dio e con l’altro. Un cammino intenso per accompagnare fidanzati, sposi e operatori pastorali.

Cosa significa per noi coppie cristiane “farci prossimo”? Intorno a questo interrogativo abbiamo intessuto la nostra esperienza di sposi che vivono a servizio della Chiesa locale e della pastorale familiare.
“Farsi prossimo” significa entrare in relazione con l’altro, così come ci ha insegnato Gesù. Si tratta quindi di rispondere ad una precisa vocazione, quella di amare, che è propria di ogni cristiano.
L’uomo e la donna si ammalano anche gravemente quando si allontanano dalla loro capacità di entrare in relazione, fino all’estrema conseguenza del non riconoscersi più. Quante sofferenze nelle situazioni di separazione.
Nella relazione con l’altro – palestra della relazione con Dio – tutta la persona è chiamata alla vita. La lettura dei Vangeli ci racconta come Gesù entrava in relazione con l’altro. È nella totalità della sua persona che ciò avveniva: nell’unità di spirito, di corpo e di affetti. E noi che siamo alla sua sequela? Cosa intendiamo per totalità della persona nella relazione? Ed ancora in concreto cosa significa entrare in relazione con l’altro?

La metodologia dei nostri incontri. Oggi urge per l’uomo e la donna l’adozione di un sano contenitore relazionale. Ecco quello che pensiamo sia il futuro pastorale delle nostre realtà ecclesiali: fornire ogni coppia, ogni famiglia, di un sano contenitore relazionale. Si tratta di vedere e cogliere l’urgenza della domanda di riconoscimento quale persona, quale coppia, quale famiglia, accogliendo la richiesta di amore.
Come può avvenire questa accoglienza? Lasciarsi incontrare dall’altro vuol dire accoglierlo per ciò che è, senza giudizi: fisicamente, mettendo a disposizione dell’altro spazi e tempi concreti; spiritualmente, con un ascolto profondo e fiducioso.
Nella relazione l’uno dona all’altro ciò che è, e nello stesso tempo facendone esperienza nel qui ed ora arricchisce se stesso e l’altro. Si impara a fare esperienza di reciprocità. La proposta di un sano contenitore significa, dunque, sperimentare l’accoglienza e l’ascolto, sentendosi amati.

Vi raccontiamo un’esperienza diocesana. Nella nostra esperienza diocesana i due centri sui quali cerchiamo di lavorare sono: amare e imparare ad amare. La nostra domanda continua è: si può fare palestra del come amare e dell’amare contemporaneamente? Non è forse la prerogativa e lo stile questo di ogni genitore e prima ancora di ogni sposo e sposa?
Dal 2000 al 2008, nei periodi di Avvento e Quaresima soprattutto, un’équipe di coppie con il Vescovo e il responsabile dell’ufficio famiglia, e l’aiuto di due consulenti coniugali e familiari ha incontrato gli operatori familiari, oltre ad alcuni educatori o catechisti e sacerdoti interessati. Di volta in volta abbiamo affrontato diversi temi: il primo annuncio ai fidanzati, l’educazione all’affettività, le dinamiche di relazione e di gruppo, la vocazione al servizio, l’educazione alla vita, la sfida della genitorialità, il potere dell’autenticità.
La metodologia adottata durante questi incontri è quella esperienziale: attraverso il coinvolgimento in prima persona degli stessi partecipanti alle attività proposte l’apprendimento è facilitato. Inoltre, l’obiettivo generale dell’approccio esperienziale è l’accompagnamento all’autoconsapevolezza della persona in ordine al benessere psicologico ed alla crescita spirituale.
Nell’intento di continuare a rendere un servizio ad ogni coppia nell’ottica della migliore conoscenza di sé e dell’altro e di riconoscimento delle proprie risorse con la rinnovata volontà di impegno nel sacramento del matrimonio, si sono tenuti degli incontri di una durata maggiore, con ottima risposta da parte delle coppie.

Il prossimo incontro. Il primo marzo abbiamo vissuto un approfondimento sul tema: “Grazie. Apriamo gli occhi: ciò che abbiamo non è poi così scontato”. Sulla scia di questo argomento, continueremo la nostra riflessione, il prossimo 19 aprile, in località Gavi, presso il Convento dei Frati Minori, sul tema: “Scusa. I passi più difficili: ricevere e chiedere perdono, riconoscere di avere causato dolore, impegnarsi a riparare”.
A questo si affianca un percorso di aggiornamento per chi si occupa di accompagnamento al matrimonio, in attuazione di quanto stabilito nel documento della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita “Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia”. Lo scopo è quello di fornire materiale, realizzare incontri di riflessione, aggiornamento, condivisione su tematiche pastorali, contenutistiche e metodologiche relative all’accompagnamento al matrimonio. Il materiale relativo agli incontri è poi stato messo a disposizione sul sito della Diocesi.
Domenica 14 febbraio si è concluso il ciclo di tre incontri di aggiornamento per l’accompagnamento al matrimonio. I tre incontri tenutisi in contemporanea a Stradella, parrocchia dei S.S. Nabore e Felice; Oratorio e a Novi Ligure, parrocchia San Pietro, Casa del Giovane hanno avuto un ottimo riscontro.
Nell’anno pastorale in corso si è provveduto ad un ciclo di incontri sulla crescita formativa delle coppie che nelle varie realtà provvedono a questo servizio. I temi affrontati sono stati: l’ascolto, il dialogo e la comunicazione; le dinamiche di gruppo; la spiritualità incarnata. A partire dal messaggio degli Atti degli Apostoli: «A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?”».




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