La Buona Scuola
Forse ci siamo: parola al Parlamento
di Mariarosaria Petti
Approvato il disegno di legge di riforma del sistema scolastico:100mila precari assunti, la carta del prof. e lo school bonus tra le novità. Abbiamo raccolto il commento di Paolo Di Domizio, presidente del Movimento Studenti Cattolici.
La Buona Scuola ha finalmente un volto preciso: ieri il consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di riforma del sistema scolastico, dopo nove giorni dalla presentazione delle sue linee guida. Aprendo la conferenza stampa, il premier si è detto soddisfatto del risultato: «Siamo riusciti, dopo una lunga discussione, a trovare un buon clima in Consiglio dei Ministri. Ora la palla passa al Parlamento. Le proposte sulla scuola sono realizzabili abbastanza rapidamente, con grande intensità, se il Parlamento vorrà lavorare con senso d’urgenza. Sono molto ottimista». Renzi ha scelto di illustrare i punti salienti della riforma attraverso diverse slides. Ecco le novità:
Ruolo dei presidi. Saranno i presidi a scegliere i professori sulla base dei curricula pubblicati in appositi albi. Gli scatti d’anzianità restano, ma si affiancano ad una cifra aggiuntiva inserita per il merito: 200 milioni di euro a partire dal 2016. A giudicarlo sarà il preside e secondo modalità decisionali improntate all’autonomia di ogni singolo istituto. «Grazie all’organico funzionale non ci saranno mai più classi pollaio né supplenti», ha aggiunto l’ex Sindaco di Firenze e ha poi precisato: «Gli stessi presidi saranno poi valutati».
Assunzione precari. Saranno 100mila i precari assunti: «C’è l’intenzione di sanare una ferita di 20 anni di promesse verso il corpo docente» ha dichiarato il presidente del Consiglio, precisando poi che la misura riguarda coloro che sono inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e i vincitori del concorso 2012 e non gli idonei delle graduatorie di istituto. A loro toccherà un concorso.
“Carta del prof”. Una speciale card del valore di 500 euro (nella bozza si era stimato l’importo di 400 euro) sarà riconosciuta ai professori come bonus annuale in denaro, da spendere per finalità culturali. Un rimborso spese per «andare a teatro, a sentire un concerto, a vedere l’opera… Anche questo è cultura» ha spiegato Renzi.
Detrazioni e cinque per mille. È confermata anche la detrazione fiscale per i genitori che sceglieranno una scuola paritaria per i figli. Solo fino alle medie. Uno dei punti che aveva suscitato polemiche e contrasti nei giorni passati. Si affiancano poi gli strumenti del cinque per mille, che potrà essere destinato anche alle scuole, e il nuovo “school bonus”. Chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione o la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi.
Arte, musica e ingelse protagonisti. È con un tweet del ministro Franceschini che è stato salutato il reinserimento della storia dell’arte e della musica tra le materie di studio. «Uno sfregio sanato» secondo il cinguettatore. Saranno oggetto di rafforzamento anche l’insegnamento dell’inglese e l’educazione motoria: «Ci sarà particolare attenzione, dalla primaria, alla assoluta professionalità di chi insegna l’inglese, per dare insegnamenti non appiccicaticci – per cui si fa fare un corsettino alla maestra – ma si richiede un inglese assolutamente perfetto» spiega il premier. «L’educazione motoria non può essere il giocattolino in attesa di fare altre cose, non può essere l’ora di svago. È una straordinaria opportunità per formare il carattere e uno stile di vita. Ma anche un elemento di grande investimento sulla sanità e uno strepitoso strumento di valorizzazione delle specialità delle persone con le varie disabilità».
Tra le altre misure per la scuola italiana contenute nel disegno di legge c’è anche il potenziamento dell’offerta formativa con l’introduzione di principi dell’educazione ambientale. Per formare i “nativi ambientali” saranno proposti tra i banchi di scuola temi come la tutela delle acque, il dissesto idrogeologico e i cambiamenti climatici.
Il commento. «Giudichiamo positivamente l’impianto del disegno di legge – dichiara Paolo Di Domizio, presidente nazionale del Movimento Studenti Cattolici – soprattutto circa l’attenzione alla connessione scuola-mondo del lavoro, il sistema di valutazione dei docenti e dei presidi. Da sempre il nostro movimento è impegnato nella promozione della parità scolastica e temiamo che il testo che il Parlamento approverà non sarà lo stesso del disegno di legge ieri presentato, alterato a colpi di emendamenti vari. In particolare, la misura della detrazione per chi iscrive i propri figli ad una scuola paritaria è un successo, ma è necessario guardare ancora più avanti, ai tanti studenti degli istituti superiori. In ultima analisi, un testo condivisibile, se non travisato dall’assemblea parlamentare».
Per leggere il comunicato del Movimento Studenti Cattolici visita il sito www.studenticattolici.it
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1 risposta su “Forse ci siamo: parola al Parlamento”
È dalla scuola che si deve ripartire…è inevitabile, con la consapevolezza del ruolo importante che gli insegnanti hanno sulle future generazioni!