Scuola
Tra luci e ombre
Dopo anni di attese e proclami, venerdì approderanno in Consiglio dei ministri un disegno di legge e una legge delega di riforma della scuola. Allo studio un bonus per le scuole paritarie.
Dal palco de “La scuola che cambia, cambia l’Italia” domenica scorsa il Premier Renzi ne ha tracciato le linee guida. Tra i punti centrali del testo, la questione delle assunzioni straordinarie, la previsione del ripristino del concorso pubblico per le future assunzione e l’introduzione di una carriera per gli insegnanti. Senza dimenticare l’annuncio della proposta di destinare il 5 per mille anche alla scuola. Un iter delicato per il quale Renzi chiede “pazienza e fiducia” e che dovrebbe conoscere la sua conclusione entro l’estate.
Il Forum delle associazioni familiari, in un comunicato, ha dato atto al presidente Renzi di aver seguito la riforma della scuola “con energia ed entusiasmo”, ma il giudizio è sospeso “finché non sarà disponile la bozza del decreto di attuazione”.
Altro nodo dibattuto riguarda le scuole paritarie, “dimenticate dalla riforma”. Allo studio del Ministero dell’Istruzione vi sarebbe la proposta della detrazione fiscale per le rette pagate dai genitori che decidono di mandare i figli alle scuole paritarie. Un dossier a cui sta lavorando da tempo il sottosegretario Gabriele Toccafondi, secondo cui “occorre rottamare un aspetto culturale e ideologico che continua a non capire che la scuola è tutta pubblica. Basta parlare di scuole private o paritarie in maniera ideologica” perché per “varare una riforma complessiva della scuola, non si può ignorare una delle due gambe”.
Un lavoro condiviso e sostenuto dal ministro Giannini e che sarà presentato al Premier per ottenere l’ultima parola. Si tratta di una decisione che investe un milione e 200mila studenti che frequentano le scuole paritarie, dalla materna alle superiori: una rivoluzione cui sarà necessario trovare un’adeguata copertura economica. Sulla questione, il Forum delle associazioni familiari chiede al presidente del Consiglio “un sussulto di impegno” affinché non vengano discriminate con l’imposizione di una “doppia tassa” le famiglie che scelgono “l’offerta formativa più consona” all’educazione scelta per i propri figli.
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