Quaresima

Trasfigurare l’amore in famiglia

Il commento al Vangelo della II Domenica di Quaresima (ANNO B). La famiglia, secondo il progetto di Dio, è il luogo in cui vivere la trasfigurazione dell’amore.

Dal Vangelo secondo Marco (9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.

Riflettiamo insieme…

Il cuore di questo Vangelo è il verbo trasfigurare. Gesù, nella relazione con il Padre, si immerge come una pietra nell’acqua, lasciando che la corrente lo culli e lo porti con tenerezza sul fondo, si abbandona senza paura nell’abbraccio del silenzio che lo avvolge sul monte Tabor e lì vive la bellezza della sua identità di Figlio e della sua missione di Unto di Spirito. Gesù ha sete del Padre, come ha sete, presso il pozzo di Giacobbe, della fede della Samaritana. Il Figlio di Maria cammina nella Scrittura, legge la Legge ed i Profeti e si lascia interrogare da quella parola come se fossero persone vive ed in quel dialogo la sua identità è sorgente di gioia, la sua missione è accolta nell’obbedienza al Padre. Gesù è trasfigurato e vive da trasfigurato, ovvero nella sua giornata c’è tempo per il Padre che motiva i suoi impegni e dona spessore all’annuncio del Vangelo. Le sue vesti sono candide perché il suo cuore è quel giardino dell’Eden dove gli uomini possono camminare nuovamente alla brezza della sera insieme con Dio. Ecco perché il suo costato sarà trafitto in croce: il velo della sua carne – figura di quello del tempio di Gerusalemme – è definitivamente aperto perché ogni uomo incontri la salvezza. La famiglia, secondo il progetto di Dio, è il luogo in cui vivere la trasfigurazione dell’amore. La relazione tra l’uomo e la donna li trasforma non solo nell’intimo, ma anche esteriormente perché la gioia di essere una carne sola li conduce ad aver sete l’uno dell’altro e a portare sempre con sé, pur se divisi tra le mille faccende della giornata, lo sguardo ed il sorriso, la voce e la parola dell’altro. È questo che fa Gesù: porta dovunque il Padre suo. Solo così l’educazione dei figli diviene arte di trasfigurare e trasformare con l’amore, indicando vie per un futuro di gioia e di impegno fattivo perché la società degli uomini divenga sempre più Regno di Dio.

Impegno

  • Imparare ad amare in maniera trasfigurata significa superare la logica del buon senso, significa amare con lo stesso cuore di Dio, di un amore straordinario, incomprensibile, a volte paradossale. Qual è lo spessore delle nostre relazioni familiari?
  • In famiglia rivelarsi all’altro è un atto di fiducia perché dona la possibilità di intervenire su di noi, è condividere la stessa vita. Quanto spazio dedichiamo ad ascoltare l’altro, i nostri figli, i nostri genitori per condividere concretamente progetti e sogni?

Con i figli

Proviamo a fare un elenco degli atteggia- menti che ci fanno sof- frire dell’altro, coniuge o figlio, e discutiamone insieme. Con i più piccoli organizziamo una caccia al tesoro familiare con indovinelli semplici sulla vita di Gesù. Premio fina- le: un uovo di cioccolato da aprire a Pasqua.




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