Sarà lo Spirito Santo a parlare attraverso il Sinodo

I coniugi Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini con delicatezza danno concrete risposte ad ogni richiesta. Sono consulenti relazionali e pedagogisti della Famiglia, docenti emeriti presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II e membri della Consulta Nazionale per la Famiglia. In occasione del Sinodo Straordinario sulla famiglia abbiamo raccolto le loro interessanti intuizioni. 

Questo Sinodo, che con lungimiranza e prudenza comprende due tappe, è un evento della Chiesa e come tale ci interessa. Sappiamo che è stato preparato a lungo, che chiede la nostra partecipazione con la preghiera e con l’attesa. Ciò che veramente è buona notizia, per noi, è il fatto che la Chiesa tutta si stia interrogando sulle nozze e sulla famiglia. Naturalmente si sta interrogando come Chiesa, Sposa di Cristo, chiamata a tessere l’abito per le nozze definitive. Diciamo subito, perciò, che noi battezzati vi siamo presenti non come semplici laici, ma come coppia sacramentale, autorizzata a edificare la Chiesa, cioè a mettere a disposizione il proprio sacramento per la sua salvezza, come suggerisce il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1535).

Non ci aspettiamo dal Sinodo le ricette per guarire le famiglie, né tanto meno una mappa sociologica che la interpreti: ci aspettiamo che ridiventi chiaro a tutti la gioia del fine che rende le coppie sale della terra e lievito per la Chiesa. E di questo (diciamolo con un tantino di polemica) è bene che si accorgano anche i Presbiteri o meglio i Seminari che li formano: senza il sale necessario della famiglia, il mondo diventa scipito, lasciato a se stesso. Sappiamo bene che nelle famiglie “violenza, chiusura e divisione”, come dice la preghiera di papa Francesco, apportano profondissime ferite: ma niente può impedire alle famiglie di “alzare il capo” e scoprire in se stesse la forza della rigenerazione e della bellezza. Non si tratta di strappare zizzania, ma di stupirci del buon grano. Non ce ne stupiremo mai abbastanza, con gratitudine.

I media faranno la loro opera di riduzionismo e ce la metteranno tutta a tratteggiare scorciatoie, semplificazioni, formulette ad effetto. Citiamo: «La mossa del Papa: procedure più veloci per annullare le nozze» (da il Corriere della Sera) e così via: «Fiato sospeso sulla comunione ai divorziati». Ma sarebbe davvero strano che i cristiani si aspettassero di essere “capiti” nelle loro ragioni profonde dal mondo dei media laicisti.

Possiamo aspettarci tanto dal Sinodo. Ma se “aspettarsi qualcosa” significa fare delle previsioni, non facciamo che allinearci ai media laicisti; se invece “aspettarsi” suona la musica dell’attesa, allora diciamo con il cuore che ci aspettiamo ciò che veramente lo Spirito dirà attraverso il Sinodo. E di nuovo ci sarà tanto, tantissimo. Nuova sarà la coscienza di sé, in quanto coppia sacramentale e famiglia fondata sulla fede: questa è Chiesa. Se proprio ci teniamo, aggiungiamo “domestica”, ma non nel senso di “privata”: semplicemente Chiesa che onora lo Sposo e lo incarna per il mondo, come abbiamo scritto nel nostro intervento in un bellissimo libro intitolato Chiesa Domestica (San Paolo, 2009 a cura di Fabris e Castellucci).