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La prova dell’amore!
Caravaggio, ”L’incredulità di San Tommaso”
di Francesca Desiderio
Biografia
Una vita movimentata come poche, quella di Michelangelo Merisi, noto come il Caravaggio (Milano, 1571), vissuta intensamente e senza sosta. Ottenne gloria ed onori, si guadagnò l’affetto e la protezione dei potenti e dovunque andava l’eco di un talento non comune lo precedeva. È uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi, dalla fama universale. I suoi dipinti, che combinano un’analisi dello stato umano, sia fisico che emotivo, con un drammatico uso della luce, hanno avuto una forte influenza formativa sulla pittura barocca. Morì a Monte Argentario nel 1610, in seguito a una febbre a soli 39 anni.
Descrizione
Caravaggio costruisce il dipinto attraverso una struttura semplice che nell’essenzialità della scena punta diritto verso il cuore della narrazione. Quest’opera raffigura un episodio del Vangelo di Giovanni (Gv 20, 24 -29) che racconta l’incontro tra Gesù e l’apostolo Tommaso. Caravaggio riesce a fissare questo preciso e intenso momento sulla tela con la sua abilità artistica e il suo grande genio, creando il punto più importante al centro della composizione. Cristo è attorniato da tre apostoli, tra i quali riconosciamo Pietro, dietro agli altri due in posizione più alta, e Tommaso, che sbigottito si vede prendere la mano dallo stesso Cristo e inserirla nella ferita del costato. Gli apostoli partecipano con apprensione alla scena, come se a loro volta avessero bisogno della stessa conferma richiesta da Tommaso. Gesù è rappresentato con un incarnato più chiaro rispetto al gruppo degli apostoli, creando così una forte contrapposizione cromatica tale da determinare un doppio risultato narrativo: quello di portare lo spettatore ad un coinvolgimento diretto nell’azione, rendendolo presente e partecipe di quanto accade sotto i suoi occhi, e di evidenziare la corporeità del Risorto come il testo evangelico la descrive. In questo dipinto tutto è avvolto dalla penombra della stanza nella quale accade il fatto, davanti ai nostri occhi ci sono solo quattro figure colpite dalla luce che giunge dall’alto, tutto è reso attraverso un’abile descrizione psicologica degli apostoli e del Cristo, e poi null’altro.
Piccoli particolari …
• Il volto di Cristo, ombreggiato da lunghi capelli, esprime pazienza e rassegnazione. In contrasto con le fronti aggrottate degli apostoli, si legge la sofferenza spirituale, quasi una sorta di rassegnazione per la fragile fede degli uomini, che hanno bisogno di verificare fino in fondo il miracolo di cui sono stati testimoni.
• Gesù, reclinando il capo, con lo sguardo abbassato, delicatamente scosta il mantello e guida la mano dell’apostolo verso la sua ferita sul costato ancora aperta e l’indice della mano di Tommaso “entra” tremante nella piaga vicino al cuore.
• La fisicità dell’incontro è sottolineata dall’indice di Tommaso, che s’insinua profondamente nella ferita del costato di Cristo, fino a sollevarne dal di sotto l’epidermide.
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