diocesi

Padri separati: una casa per i nuovi poveri

Fano, Fossombrone Cagli, Pergola

di Don Mauro

La scelta di una casa di accoglienza per padri separati è nata da un’indagine che li considera i nuovi poveri. Questa scelta è stata anche preferita perché nel nostro territorio cittadino esistono già strutture di accoglienza per indigenti che vivono in strada, per ragazze madri, per madri con minori, per minori con disagi, per anziani.

Da un’inchiesta della scuola di giornalismo di Bologna, La Stefani, emerge: “Sono sempre di più,e sono sempre più poveri, i padri separati rappresentano la nuova classe di emarginati che si affaccia nelle nostre città, ora più che mai in questi tempi di crisi. Nel 90% dei casi si tratta di padri buttati fuori di casa, molti sul lastrico, che si riducono a vivere in macchina o nel negozio dove lavorano. Alcuni tornano a vivere dai genitori. Arrivano a perdere davvero tutto. Nell’80% dei casi di separazione i figli vengono affidati alla madre, la quale di conseguenza ottiene anche la casa coniugale, i cui oneri però spettano sempre al padre. Ma al dolore per la perdita dei bambini si aggiungono le mille spese che i papà devono affrontare. Genitori separati, soprattutto padri, nel momento in cui la sentenza del giudice attribuisce l’abitazione familiare nell’80-90 per cento dei casi alla madre coi figli, lasciando il papà senza un tetto.

Anche nella nostra città emerge questo fenomeno. Secondo l’osservatorio della Caritas diocesana ci fa presente che anche a Fano esistono situazioni di povertà di padri separati. Nella nostra parrocchia di san Cristoforo da una recente indagine è emerso la stessa emergenza dei “ Nuovi poveri”. Così con l’aiuto economico dell’8x mille di Caritas italiana e della generosità dei parrocchiani nel mese di marzo 2013 abbiamo inaugurato la nuova casa di accoglienza “Padri Sempre”. La nuova costruzione, ha una disponibilità di quattro posti letto con relativi servizi e uno spazio comune con cucina e soggiorno. Certamente non risolverà il problema dei padri separati, ma vuole essere un segno di attenzione a queste nuove povertà e vuole sollecitare le istituzioni pubbliche e private a porre attenzione a questo nuovo disagio sociale. È gestita sia da volontari della Caritas parrocchiale, sia dagli ospiti in autogestione. La Caritas diocesana da il suo aiuto con gli operatori del centro di ascolto per accogliere le domande dei richiedenti. È prevista anche una figura professionale per accompagnare gli ospiti in un eventuale loro percorso di sostegno al disagio. L’accesso alla casa è regolato da un regolamento sottoscritto dagli ospiti.

Cosa dicono gli ospiti? 
Domanda: Come vi trovate in questa casa? Risposta: L’esperienza in questa nuova casa è sicuramente positiva sia per la struttura che è accogliente e ben strutturata sia per le relazioni che si sono create. Tra noi ospiti si è creata una bella relazione di dialogo e di sostegno reciproco. Il ritrovarsi insieme a pranzo e a cena ci permette di parlare tra di noi, di raccontarci la vita e le varie difficoltà, così da trovare un conforto e un sollievo. Il fatto di vivere la stessa sofferenza della separazione ci fa parlare lo stesso linguaggio e ci capiamo subito. Poi c’è la bellezza delle relazione che si è istaurata con i volontari della Caritas parrocchiale. Spesso ci vengono a trovare e prendono un caffè con noi e questo ci fa molto bene perché non ci sentiamo soli e ci permette di trovare nuove energie per continuare il nostro cammino di sofferenza con più speranza.

Domanda: Volete dire qualcosa ai parrocchiani? 
Risposta: Vogliamo dire semplicemente grazie! Avete fatto un opera degna di lode perché per noi, e per quelli che verranno dopo di noi, questa casa di accoglienza vuol dire avere una tranquillità economica che ci permette di affrontare, le varie problematiche della separazione, con più tranquillità. Grazie di cuore a tutti i parrocchiani che hanno realizzato questa casa, ai volontari e al parroco che ci accompagnano nel nostro cammino e a tutte quelle persone che sostengono questo progetto “Padri sempre” con il loro aiuto economico.




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