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Angelica – Il teatro della pace
Angelica Edna Calò Livnèè insegnante, educatrice, formatrice, regista, scrittrice, fondatrice e direttrice artistica della Fondazione Beresheet LaShalom – Un inizio per la pace – con sede in Alta Galilea in Israele.
La svolta della sua vita arriva nel 2001 quando il primo dei suoi quattro figli, viene chiamato per il servizio militare in Israele, nel Paese dove ha scelto di venire a vivere a vent’anni, il suo istinto di madre, la sua vocazione di educatrice, uniti alla preoccupazione si fanno più forti e le fanno decidere di fare qualcosa di concreto per la pace in Medio Oriente. Sviluppa dunque un metodo di educazione per i giovani attraverso le arti nel quale convoglia gli skills di insegnante, attrice, coreografa e regista: nasce prima la Compagnia dell’Arcobaleno con lo spettacolo di teatro-danza Beresheet, poi la Fondazione: Beresheet La Shalom-Un inizio per la Pace. Da allora viene invitata a rappresentare i suoi spettacoli con ragazzi musulmani, ebrei, cattolici, drusi e cirkassi della Galilea, veri protagonisti e destinatari del suo operato, i quali, essi stessi, si assumono il ruolo di giovani ambasciatori nel mondo di una coesistenza possibile. Angelica Edna Calò Livnè con la sua Fondazione, ha preso parte a workshop in tutto il mondo e ha lavorato con giovani provenienti dall’Egitto, dalla Palestina, Marocco, Giordania, Malta, Italia, Brasile, Polonia, Estonia, Penisola Scandinava e con tante donne straniere, madri ed educatrici, prime mediatrici di un sentire di pace. Il suo impegno per il dialogo tra diversi le è valso molti riconoscimenti e nel 2005 una candidatura al Nobel per la Pace.
Contributo al dialogo e alla pedagogia di frontiera
Educare per Angelica E. Calò Livnè significa risvegliare le sensibilità di ognuno, diverse ed uguali nel percepire le emozioni positive e il dolore, a sapersi difendere dal cinismo e dal pregiudizio, creare un canale proficuo di scambio; in questo l’arte, e in particolare il teatro, la danza e la musica, in quanto linguaggi universali, costituiscono uno strumento unico contro le barriere. Dare spazio alle incertezze, ai timori acuiti dall’adolescenza, significa comprendere e dare l’opportunità di trasformare il dubbio in purezza del vedere e il timore in energia positiva. L’espressività della danza, la chiarezza necessaria alla rappresentazione teatrale, la definizione coreografica di un’azione simbolica, mettono in luce gli aspetti più sottili delle identità e spingono a togliere le maschere. La Calò Livnè ha lavorato a destrutturare i canoni classici dell’uso della maschera teatrale per renderli altro, “masks-off” è ormai una formula educativa, una strategia per il dialogo, un’icona riconosciuta del teatro per la pace. Del metodo Calò Livnè si è detto e scritto molto sia a livello divulgativo che accademico: resta, al di là di tutto, un programma educativo di straordinaria efficacia.
L’impegno a divulgare il suo metodo e a declinarlo in varie attività con altri educatori, nella gestione di conflitti in ambito aziendale, politico e nel dibattito della società civile nel mondo, portano la Calò Livnè a viaggiare molto spesso per partecipare a dibattiti, forum e conferenze.
Per la sua posizione singolare e coraggiosa verso gli eventi in Medio Oriente è stata scelta nel 2006 dal quotidiano italiano La Repubblica per raccontare la guerra in corso in un diario giornaliero parallelo a quello di Lina Khoury dal Libano, la raccolta dei pezzi diventa un libro nel 2008 edito da Proedi e presentato alla 21° Fiera Internazionale del libro di Torino con il titolo “Diario dalla Galilea – Solo in pace vincono tutti”.
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