società

La protesta dei passeggini

di Gabriele Soliani

Con un’intervista del Corriere della Sera al giornalista Jean Marie Colombani, ex direttore del quotidiano francese Le Monde sulla manifestazione della Manif pour tous, tenutasi a Parigi e Lione domenica 2 febbraio si può capire meglio quello che succede in Francia sul fronte della famiglia e della difesa della vita nascente. Il giornalista comincia col non capire come mai tante migliaia di cittadini francesi si oppongono alla nuova legge sull’aborto che ora prevede la possibilità di abortire anche semplicemente per «non volere una gravidanza». Prima bisognava dimostrare di essere «in uno stato di sofferenza» per una gravidanza. Questa era, per il giornalista ex direttore, un’arretratezza che la Francia laica non poteva subire. Solo chi è «spinto da una tentazione ultra-conservatrice» marcia per le strade di Parigi e Lione. Il giornalista sembra non porsi nemmeno la domanda chi è l’embrione umano, che anche lui era nel grembo della madre! Eppure, è proprio questo il nocciolo della questione per uno Stato laico, democratico, moderno e civile. La protesta di migliaia di famiglie con i passeggini sono definite come «un sollevamento contro tutto quello che va nel senso dell’uguaglianza uomo/donna, con il rifiuto, naturalmente, dell’omosessualità» perché chi non è d’accordo con il matrimonio e l’adozione gay può diventare un pericoloso «estremista», anzi un «estremista cattolico» o un «radicale musulmano» che tentano di «riabilitare un’idea della famiglia strettamente limitata al legame biologico». Per verità di cronaca erano 500mila le persone in Francia che sono scese in piazza a difendere la vita.




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