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In Europa vince l’antilingua
a cura del Forum delle Associazioni Familiari
Nelle scorse settimane è stata scritta in Belgio una delle pagine più nere della storia europea, un dramma che resterà nel tempo. Ad imitazione dei vicini Paesi Bassi, il Parlamento belga ha approvato una legge che prevede l’eutanasia per i bambini: cioè la violazione definitiva e irreversibile del diritto alla vita di un essere unico e irripetibile. La cosa più dolorosa è che per “motivi umanitari” venga soppresso un bambini affidato alla saggezza ed alla capacità di accoglienza degli adulti.
Negli stessi giorni abbiamo la storia di una coppia di ottantenni olandesi che, in buona salute, hanno deciso di darsi, in coppia, la “buona morte preventiva”, per anticipare dolori e sofferenze future, con tanto di saluto familiare in casa propria. Eppure quando è stata introdotta l’eutanasia in Olanda, era stato approvato un protocollo medico rigidissimo, che prevedeva l’accertamento, da parte del medico, di ben quattordici passaggi di rispetto della vita, da verificare sulla base delle regole della deontologia professionale. Tutto dimenticato, e quasi tutti i giornali raccontano questa triste pagina di assenza di speranza – per di più vissuta in coppia! – come una conquista di civiltà.
Il tutto con ampio uso dell’antilingua, che chiama morte la vita e vita la morte. Infatti “i diritti riproduttivi”, di cui tanto si discute con enfasi in Europa, indicano di fatto la possibilità di abortire: di NON riprodurre. E si vuole realizzare la “costruzione artificiale dell’essere umano”, con la tecnologia che diventa onnipotente, interrompendo il legame naturale e biologico – riproduttivo – tra chi dà la vita e i nuovi nati. Fino all’utero in affitto: cioè pagare una donna per nove mesi, perché “porti in pancia” un bimbo non suo, da restituire ai legittimi genitori (committenti? Proprietari?). Però “utero in affitto” non si può dire, non è politicamente corretto.
Del resto anche nel nostro Paese siamo stati molto esperti di antilingua, al punto che la legge che introduce l’interruzione di gravidanza (aborto) nel nostro Paese è intitolata “Norme per la tutela sociale della maternità ”.
Davvero l’Europa vuole proseguire in questa spirale di morte? Non è l’Europa che sogniamo, non è l’Europa per cui vogliamo combattere e che vogliamo costruire. Non deve essere questa l’Europa per cui andremo a votare con convinzione il 25 maggio. Noi amiamo e lottiamo per l’Europa che ha regalato per la prima volta 60 anni di pace ai popoli europei, dono preziosissimo e dato per scontato, ma fragile (come la recente guerra in ex-Jugoslavia ha dimostrato), non per l’Europa delle guerre commerciali, dell’euro che sta massacrando il popolo greco, e che vuole mettere le mani sulla vita.
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