storie
Sei stato qui e hai cambiato… me
Questa lettera a un bambino mai nato è arrivata in redazione propri o nei giorni in cui stavamo preparando il dossier in occasione della Giornata per la vita. La riportiamo così come è arrivata. L’intento non è quello di esprimere giudizi sulla donna che non ha accolto la vita ma di presentare l’esperienza di un’altra che si lascia interrogare da questa vicenda dolorosa.
Mi sono messa a cercare tra i nomi maschili uno da darti. Se la tua mamma avesse portato la gravidanza avanti questo sarebbe stato il periodo in cui sarebbe stata alle prese con il nome, la culla, i vestitini, i giocattoli. Ho immaginato che saresti stato maschio, non so perché, e per te ho scelto il nome Ludovico che significa combattente valoroso e lo saresti stato. Valorosamente avresti affrontato una sbucciatura del ginocchio, un brutto voto a scuola, un rifiuto e a testa alta avresti affrontato gioie e dolori. Eri nel buio della storia e da quel buio qualcuno ha deciso di chiamarti solo per ributtartici dopo poco. Ti starai chiedendo ok… so che fine ho fatto, ma tu chi sei e se sapevi perché non hai fatto nulla? Bene, Ludo, qualcosa ho cercato di fare, ho cercato di far ragionare la tua mamma attraverso una persona che è stata accanto a lei quando ha preso la sua decisione. Due persone hanno saputo di te e due persone hanno cercato di fare qualcosa ma non ci siamo riuscite. Se ti scrivo è per raccontare e raccontarti che nella tua storia non ci sono solo ombre ma c’è anche della luce. La luce che tu hai portato a me, proprio così sei stato luce per me. Avrai perso la tua battaglia ma ti prometto che per te ne combatterò altre mille. Credevo che una gravidanza fosse solo ed egoisticamente qualcosa che riguarda una donna e che il bambino non avesse voce in capitolo. Ora so che prima di tutto l’importante è il bambino che come mi ha raccontato la mia mamma, diventi mamma subito che si tratti di cellule, di un cuore che batte, di arti che sono fisicamente visibili. È qualcosa che esula dalla materialità, c’è vita da sempre. Tu hai spostato il mio orizzonte, hai fatto sii che in me scattasse qualcosa, hai dato un senso a ciò che è chiamato istinto materno. Se è vero che i figli non sono tali solo perché li partorisci, per un fatto fisico ma posso chiamare figlio l’essere per cui mi preoccupo e per il quale prego il Signore allora sappi che ti sento figlio mio, parte di me. Se può essere un sollievo per la tua anima in pena sappi che non sei passato invano, che non sei stato cancellato come la tua mamma naturale, illusoriamente, pensa. Sappi che qualcuno che ti pensa c’è. Devo dirti grazie perché la tua esistenza mi ha fatto capire che la vita che vivo non è mia proprietà, che se il Signore un giorno vorrà benedirmi con dei bambini io sarò la loro custode. Li educherò a non avere paura, ad essere coraggiosi, a sentirsi voluti, sempre, in ogni istante, ad affidarsi al Signore che il Padre buono al cospetto del quale assieme ad altri angeli come te adesso ti trovi. Che prima del loro arrivo ho conosciuto un bambino meraviglioso, che hanno avuto un fratello, un fratello che li guarda dall’alto. Tu sei stato nel tuo breve spaccato di vita fonte di gioia e felicità. Sei stato qui e hai cambiato qualcuno, hai cambiato me. Ti voglio bene Ludovico.
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