storie
Rosetta e Giovanni, la fede prima di tutto
di Giovanna Abbagnara
Un’altra coppia cristiana avviata verso l’onore degli altari è quella di Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo, i genitori del noto giornalista e scrittore padre Piero Gheddo, missionario del P.I.M.E.
Si sono fidanzati nel settembre del 1927. Allora i fidanzati non potevano incontrarsi da soli, si parlavano alla presenza dei genitori o di un familiare adulto, si davano del lei, si scrivevano biglietti e letterine, si salutavano da lontano con la mano. La severa educazione cattolica ricevuta in famiglia, in parrocchia e nell’Azione cattolica, li portava a una riservatezza e un intimo pudore che oggi ci sembrano persino esagerati. Ma siamo in errore: fra Rosetta e Giovanni è nato un matrimonio d’amore esemplare, meraviglioso. “Erano una coppia straordinaria” ricorda chi li ha conosciuti. È padre Gheddo a raccontare nel libro Rosetta e Giovanni Gheddo, Sposi secondo il cuore di Dio il tempo del fidanzamento dei genitori: «Zia Emma racconta come Giovanni ha conosciuto Rosetta: “Giovanni passava da Crova in bicicletta per andare nelle cascine e vedeva questa maestrina che andava a Messa e all’asilo, gli piaceva e si è informato su chi era. Avrebbe voluto parlarle, ma non sapeva come fare. Allora è andato ad aspettare il papà Francesco a San Germano, dove arrivava in treno da Vercelli e poi veniva a Crova in bicicletta. Giovanni l’ha avvicinato e gli ha detto che avrebbe voluto parlare con Rosetta. Papà Francesco l’ha invitato ad andare a trovarli a Crova e poi ha parlato con Rosetta, chiedendole se Giovanni le piaceva. Rosetta non se l’aspettava, si è messa a piangere e ha detto: “Ma io non ho mai pensato di sposarmi”. Il papà le ha detto che Giovanni era un bel partito, sia come professionista che come uomo e come famiglia. E Rosetta ha detto: “Mah, fammelo conoscere”. Così Giovanni è andato e si è presentato a Rosetta, sempre alla presenza di papà Francesco, perché allora non potevano stare da soli. Durante il fidanzamento, Giovanni e Rosetta si parlavano seduti sul sofà alla presenza della nonna Maria. Forse i due si incontravano anche fuori casa, di nascosto? Zia Emma è sicura di no, “la nostra educazione religiosa e morale non lo permetteva” dice convinta. Eppure, cara mamma Rosetta e caro papà Giovanni, vi siete conosciuti e amati davvero, siete cresciuti volendovi bene fino a sposarvi giurandovi fedeltà per tutta la vita, con piena intesa in tutto; avete fondato una bella famiglia di cui noi figli abbiamo goduto l’atmosfera di amore, di gioia, di serenità. Certo, oggi non si può concludere: torniamo a quei tempi! Ma il vostro fidanzamento, come quello di tantissimi altri genitori di quel tempo, è anche oggi esemplare, almeno nello spirito col quale avete affrontato l’avventura del matrimonio: con l’amore sincero e unico (cioè per tutta la vita), la preghiera e la fiducia in Dio, l’obbedienza alla sua legge, prima e dopo il matrimonio!». Rosetta e Giovanni celebrano il loro matrimonio il 16 giugno 1928 e chiedono a Dio la grazia di avere molti figli, almeno uno dei quali diventasse sacerdote o suora; a parenti e amici dicevano di volere 12 figli! “Papà in quel momento guadagnava poco, la mamma non aveva mai percepito uno stipendio. E allora?” aggiunge padre Gheddo: “Non importa, il loro era veramente un matrimonio di amore e volevano vivere secondo la legge di Dio; e poi avevano un’assoluta fede nella Provvidenza: da qui veniva a mamma e papà quella fiducia, serenità e coraggio che, umanamente parlando secondo la mentalità del nostro tempo, non erano giustificati. Il viaggio di nozze lo fanno a Napoli, ma prima passano tre giorni nel Santuario della Madonna d’Oropa, veneratissima a Tronzano e Crova. Papà diceva che io “ero figlio della Madonna d’Oropa”, mentre mamma Rosetta ha raccontato a sua mamma Maria che, di comune accordo, la prima notte di nozze l’avevano passata dormendo separati per offrire il loro amore a Dio e chiedere la sua benedizione. La notizia, che mi ha raccontato zia Adelaide quand’ero già sacerdote, mi è stata confermata dalla zia Emma, la quale aveva sentito da sua mamma che già prima del matrimonio i due fidanzati avevano fatto questo “voto”, pregando assieme per avere la forza di adempierlo”.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento