storie
Maurizio e Rosa
di Ida Giangrande
Maurizio e Rosa sono una coppia di sposi come tante al tre. Circa tre mesi dopo la nascita della loro prima figlia, scoprono che Maurizio è malato: linfoma di Hodgkin di tipo classico, è una rara tipologia di tumore del sistema linfatico. La notizia sconvolge le loro vite e getta nella più totale confusione l’equilibrio di Maurizio. All'inizio gli sembra tutto inutile, le terapie, gli stratagemmi che la scienza ha inventato per combattere questa terribile malattia. La sua, risuona come una condanna già scritta, un verdetto sentenziato e inoppugnabile. Improvvisamente giunge una notizia: Rosa è nuovamente incinta.
Il suo ginecologo le dice che il bambino potrebbe riportare delle malformazioni, vista l’assunzione di anticoncezionali. Rosa si sente trafitta, dopo il colloquio con il suo medico, vaga per ore e ore senza una meta, sopraffatta dalla paura, dall’incertezza, dall’angoscia profonda che offusca ogni umana possibilità di ragionamento. Nella sua condizione, l’unica a poterle offrire un appoggio sicuro è la donna che per quasi tutta la vita ha vegliato su di lei come e forse anche più di una madre.
Rosa infatti, provenendo da una famiglia dissestata, era stata affidata da bambina ad una coppia di sposi che se ne erano presi cura, senza mai intaccare il suo rapporto con i genitori biologici. Ebbene, proprio loro, quegli angeli custodi, che avevano custodito la sua vita in tutti quegli anni, la indirizzano verso l’associazione Progetto Famiglia. “Parla con loro prima di prendere qualsiasi decisione” le dicono e Rosa accetta. Bussa alla porta dell’associazione ed è Anna ad aprirle, la stessa Anna che la mette in contatto con Lucio Romano, ginecologo e vicepresidente nazionale del Movimento per la Vita. Il medico la rassicura dicendole che il bambino non avrebbe potuto riportare alcuna malformazione, almeno non dovuta agli anticoncezionali, ma le sue parole non bastano a rassicurare le ansie della donna. C’è ancora una difficoltà: a causa della malattia Maurizio ha perso il lavoro. La situazione economica era perciò delle peggiori e nelle condizioni in cui si trovavano è senza dubbio difficile provvedere a una bambina e addirittura impensabile accudirne due. A Rosa l’aborto appare come l’unica via d’uscita, ma ancora una volta di fronte alle sue lacrime, Anna sorride fiduciosa, le spiega del Progetto Gemma e in quella stessa occasione le consegna un pacco alimentare promettendole che sarebbe stato il primo di una lunga serie di aiuti, materiali e morali. Rosa esce dall’associazione con una marcia in più; ha percepito da subito che i volontari di Progetto Famiglia sono persone sincere, che non l’avrebbero abbandonata, ma per accogliere quella vita bisogna realizzare un altro passaggio, fare appello al proprio istinto, sfidare la sorte ed affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione.
Rosa trascorre una notte burrascosa, in cui mille dubbi l’assalgono da ogni parte, poi allo spuntare del sole, le paure si spengono assorbite dal mantello dell’oscurità che sembra portarle via con sé. Finalmente la soglia è passata e la decisione presa. Rosa ora sembra una donna diversa, audace, forte, ottimista. Rassicura Maurizio, lo abbraccia, gli dice che la vita ricomincia a sorridere loro, che quel bambino è stato mandato proprio a lui, perché gli doni la forza necessaria a combattere contro il suo male. Giunge il giorno del parto. L’infermiera prende il bambino dalla culletta e lo depone tra le braccia del padre: per Maurizio è come risentire le parole di Rosa, e questa volta le vede materializzate nei movimenti di suo figlio, negli scatti della testolina, nei sorrisi involontari che regala a chi lo guarda mentre sembra che stia sognando. Lui è la sua vita, lui è lo specchio nel quale la sua immagine di padre si riflette e per la prima volta riesce quasi a vedersi trasfigurato, come se fosse il suo essere genitore a specchiarsi nel viso di quel bambino e non la condizione di uomo infermo. In fin dei conti a un figlio non serve avere un padre energico, ma poter contare sul suo affetto e fino a quando il Signore gli concederà la forza necessaria per poterlo prendere in braccio, Maurizio sarà lì a combattere la sua battaglia.
Associazione Progetto Famiglia
La difesa della Vita Nascente è il primo ambito nel quale si è sviluppata l’attività di Progetto Famiglia. Nel 1991, un gruppo di giovani dell’Agro Nocerino iniziò ad impegnarsi costituendo il Movimento per la Vita di Angri. Successivamente l’attività andò ampliandosi e portò alla costituzione formale, nel 1994, dell’Associazione. L’impegno nel sociale, dunque, nasce “per aiutare la vita a nascere” e continua tutt’oggi attraverso i colloqui con mamme che hanno difficoltà a portare avanti la gravidanza. Sono così annunciati il valore e la dignità di ogni vita e ci si impegna in un’opera di sostegno ed affiancamento morale e materiale, finalizzata a supportare le stesse donne allo scopo di renderle “libere di non abortire”. Inoltre, partecipa al dibattito culturale intorno ai temi della bioetica e propone percorsi formativi per giovani, famiglie e professionisti.
Per info:
SEDE NAZIONALE PROGETTO FAMIGLIA
Sede legale: via Guerritore, 1 – S.Egidio M. A. (SA)
Tel./Fax 081.91.55.48
Segreteria: vita@progettofamiglia.org
Responsabile: Anna Spinelli,
annaspinelli@progettofamiglia.org
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