il commento
Caso Estrela: la libertà di coscienza in politica alla prova in Europa e in Italia
a cura del Forum delle Associazioni Familiari
Nel dibattito del Parlamento europeo sul Rapporto Estrela, connessa al tema dei cosiddetti “diritti sessuali e riproduttivi” e fortunatamente rimandata al mittente, si è segnalata la scelta di sei europarlamentari italiani dell’area PD, che con la loro astensione hanno contribuito a far sì che tale risoluzione venisse respinta.
Così Silvia Costa, Franco Frigo, David Sassoli, Patrizia Toia, Vittorio Prodi e Mario Pirillo hanno aiutato l’Europarlamento a non fare una sciocchezza; hanno impedito l’approvazione di un provvedimento che non era di titolarità del Parlamento europeo, ma che spettava e spetta unicamente ai singoli governi nazionali. Su questi temi l’Europa non ha potestà legislativa, e la stessa risoluzione lo riconosceva: e allora perché tentare di introdurla? In tempi di grave e crescente euroscetticismo, perché forzare il gioco su temi così controversi, tipici dell’ideologia del gender (inclusa l’introduzione alla masturbazione nelle strutture educative per bambini da zero a sei anni)? Anche queste sono azioni contro l’Europa!
A dire il vero le sei astensioni hanno avuto effetto insieme ai 327 voti contrari, cioè a chi ha decisamente votato “contro”. Come del resto avevano chiesto con forza le associazioni familiari, sia in Italia, come Forum delle associazioni familiari, che in tutt’Europa, attraverso l’azione della Federazione europea dell’associazionismo familiare (Fafce). La risoluzione Estrela era dannosa nel merito, ideologica, rappresentava interessi di pochi, e bene ha fatto il Parlamento europeo a respingerla ben due volte, sia pure con maggioranze risicate.
Ma il problema è diventato subito “politico-partitico”: infatti i cosiddetti “progressisti europei” hanno accusato i “dissidenti”, e la vicenda è stata subito buttata “in caciara”, soprattutto in questa Italia che preferisce non alzare lo sguardo oltre le piccole beghe di bottega: “hanno votato così perché sono renziani!”. Che provincialismo, nel nostro dibattito politico e nella comunicazione politica! Possibile che tutto venga ridotto a piccole beghe di bottega, al circoscritto dibattito interno al Pd, al confronto tra Renzi e Letta, anche su un tema di tale rilevanza valoriale? I sei astenuti hanno tentato di dirlo in tutti i modi: “Abbiamo votato secondo coscienza”, e la stessa Silvia Costa, ad esempio, aveva già presentato diversi emendamenti e note critiche, sia in aula, sia alla propria delegazione di partito. La sua posizione era chiara, ed ha agito di conseguenza (in modo coerente: strano?).
Le famiglie non hanno il potere dei voti in Parlamento, né in Italia, né in Europa, e possono solo ribadire alcuni valori, confidando che i rappresentanti del popolo sappiano ancora ascoltare e riconoscere i bisogni della stragrande maggioranza delle famiglie. Per questo, come Forum in rappresentanza di associazioni che riuniscono due milioni e mezzo di famiglie, apprezziamo con particolare riconoscenza il gesto di libertà dei sei europarlamentari, che hanno deciso di votare “secondo coscienza”, anche contro gli ordini di partito.
Daniele Nardi
Capo ufficio stampa
Forum delle associazioni familiari
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