Concedere “diritti” diventa un percorso senza più limiti

di Gabriele Soliani

Il caso della bambina con tre genitori per legge è emblematico. Come lo è il fatto che si tratti di due donne italo-americane, Maria Italiano, di 42 anni e Cher Filippazzo, di 37, sposate legalmente nello Stato americano del Connecticut che si sono rivolte a Massimiliano Gerina, trentacinquenne italiano gay residente a Miami, per chiedergli di diventare il donatore di seme e avere così un figlio tramite fecondazione assistita. Adesso lui vuole la paternità e le donne hanno deciso di accordarsi con Gerina stipulando un contratto giuridico mai visto prima a cui il giudice ha dovuto solo apporre una firma. Così, per la prima volta, una bambina avrà tre genitori. Non importa se la piccola avrà un padre omosessuale, una madre biologica lesbica (chiamata per legge “genitore 1”) e una seconda madre adottiva lesbica (chiamata per legge “genitore 2”). Quello che conta non è innanzitutto il bene del bambino, ma «quello che conta è se sono amati». Così sostiene il padre biologico, ma si sbaglia perché l’amore di cui ha bisogno un bambino innocente non è come lo impone un adulto. Oggi negli Stati moderni e democratici  i “diritti” non sono più quelli sociali come il diritto allo studio, alla salute, allo sciopero …. , ma si sono trasformati nei cosiddetti “diritti civili”. Che ovviamente hanno come soggetto se stessi. Il “bene comune” invece ha come soggetto gli altri. La differenza è sostanziale ed infatti la società si regge proprio solo così.




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