Costruire la casa sulla roccia
INTERVISTA A MONS. VINCENZO PAGLIA, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia
La prefazione del libro Costruire la casa sulla roccia è stata curata da Mons.Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Con lui vogliamo ripercorrere i tratti salienti di queste meditazioni offerte ai fidanzati ma anche agli sposi.
‘Dopo la mia morte vorrei essere ricordato come il Papa della famiglia e della Vita’. Nella prefazione del libro lei ricorda questa confidenza di Giovanni Paolo II. Da dove nasce secondo lei, la predilezione dell’allora giovane sacerdote Karol Wojtyła, per la famiglia?
Karol Wojtyła è stato un uomo come tutti noi, ha vissuto i nostri drammi e sperimentato il dolore per la perdita di persone a lui molto care, ricordiamo ad esempio, la morte della mamma Emilia (13 aprile 1929), del fratello maggiore Edmund (5 dicembre 1932) e del padre Karol (18 febbraio 1941) che lo ha formato sino all’età di 21 anni. Questi vuoti devono aver sedimentato nel suo cuore, spingendolo a ricercare un amore molto più grande, nella grande famiglia del mondo verso la quale avvertiva una passione senza steccati. Il suo pontificato è stato segnato fin dagli esordi, da una serie di iniziative tese a lasciare segni concreti nella storia della Chiesa della sua attenzione verso la pastorale familiare. Penso ad esempio al 13 maggio dell’anno 1981, data di nascita del Pontificio Consiglio per la Famiglia e dell’Istituto Giovanni Paolo II, contemporaneamente anche giorno in cui subì l’attentato che avrebbe potuto costargli la vita. Era stato eletto papa da due anni circa e già aveva intrapreso con determinazione la sua strada, un percorso affiancato dal dolore e dallo spargimento di sangue. Quel nuovo dicastero oggi, dopo 30 anni, ha percorso un lungo e provvidenziale cammino e ha dischiuso le porte a nuovi orizzonti, impensabili fino a quel momento.
Papa Wojtyła ha riservato una grandissima attenzione alla spiritualità coniugale, dedicando uno scritto ad ogni sfumatura dell’amore, secondo lei, Costruire la casa sulla roccia può rappresentare la base da cui partono e si diramano tutte le sue successive meditazioni?
Lo è sicuramente; questi sono i testi della primavera del giovane Karol. Sono quindi freschi, teneri, profumati, direi quasi evangelici. I tre temi toccati: giurare la verità davanti a Dio; l’amore creatore e la fedeltà sino alla fine; l’onestà coniugale, toccano il cuore del vangelo della famiglia e della vita e compongono questo libricino che ha una duplice funzione, quella di condurci alle radici del pensiero di Karol Wojtyła e di proiettarci verso il futuro della logica di Papa Giovanni Paolo II. Tutto quello che ha scritto in queste meditazioni sta alla base di quanto successivamente il grande Papa ha potuto riproporre e sviluppare non solo dall’alto della sua cattedra petrina, ma anche da una esperienza vissuta e cresciuta nel corso degli anni sacerdotali, episcopali e pontificali.
Come si struttura quest’opuscolo? E quali sollecitazioni offre per gli sposi?
Si tratta di tre meditazioni per la precisione del vescovo ausiliare dettati dal 19 al 21 dicembre 1960 nella collegiata universitaria di sant’Anna a Cracovia, durante un corso di esercizi spirituali per i fidanzati che sembrano fare da incipit a tutti i suoi scritti successivi. Esse provengono da un’esperienza vissuta a diretto contatto i giovani sposi; il sacerdote Karol amava ascoltare e desiderava che ogni coppia aprisse il loro cuore, raccontando il vissuto, le attese e i desideri che portavano nel cuore, è da lì che nascono queste riflessioni. Non sono un insegnamento teologico distaccato dalla realtà, ma la realtà stessa che diventa insegnamento. Ogni coppia può sentirsi interpellata da queste parole, ogni coppia può credere di essere una di quelle.
Si tratta dunque di meditazioni che risalgono a molto tempo fa, pensa che possano essere ancora attuabili?
La verità di Dio trova la sua giustificazione proprio nella radicalità ed è necessario qualche volta mettere in guardia. Anche i passaggi delle tre meditazioni, meritano di essere sottolineati: il carattere religioso del voto matrimoniale; il voto pronunciato davanti a Dio; i ministri del matrimonio e i suoi testimoni; implorare la grazia per tutta la vita. Inoltre: la fiducia come frutto dell’amore fedele; l’indissolubilità del matrimonio; la reciprocità e il bene comune dei coniugi. Infine, per quanto riguarda l’onestà coniugale – la terminologia è più profana che religiosa – il giovane Karol, parla dei fini del matrimonio; dalla vita coniugale e la prole; l’unità spirituale e fisica; la responsabilità per il matrimonio e per la famiglia; il sacramento dell’amore disposto al sacrificio. Temi di ieri, possiamo dire, con una certa e comprensibile nostalgia; ma, soprattutto temi di oggi. Perciò io credo che insegnamenti come questo non hanno tempo e non hanno età.
Vuole indirizzare un messaggio alle giovani coppie di oggi, che attraverso la diffusione di questi scritti, potranno sentire l’eco del Papa della Famiglia e della Vita?
Come nuovo Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ringrazio la giovane e già benemerita Casa Editrice Punto Famiglia per le belle ed eleganti pubblicazioni (sono già 6) edite in poco più di un anno e raccomando questo libro del Beato Giovanni Paolo II ai parroci, agli operatori pastorali e a quanti si dedicano in modo particolare alla preparazione dei giovani fidanzati alla vita di coppia. La famiglia diventi nella parrocchia soggetto di evangelizzazione e prepari i fidanzati a trasmettere con amore e con passione quanto hanno già trasmesso e ricevuto in dono da coloro che li hanno preceduti davanti all’altare con il loro sì all’amore, alla famiglia e alla vita. In questo libro c’è un futuro grande Papa pastore che parla. Diamogli ascolto e saremo veramente felici.
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