Salvatore nuota per un mondo migliore

di Myriam Altamore

A volte ti capitano delle cose che ti lasciano senza respiro e riprendere in mano tutto è dura, soprattutto quando la vita con la sua imprevedibilità non ti da tregua e chiede delle risposte. Salvatore Cimmino alla vita risponde nuotando per i mari di tutto il mondo. Oltre 300 chilometri a nuoto, divisi in 11 tappe sparse un po’ per tutto il globo.

Salvatore è disabile da quando all’età di quindici anni per un terribile osteosarcoma fu sottoposto all’amputazione della gamba destra fino a metà del femore. Nato a Torre Annunziata nel 1964 fino all’età di 41 anni non aveva mai nuotato. Poi sotto consiglio medico iniziò ad avvicinarsi al nuoto e l’acqua divenne davvero il suo elemento. Nel luglio 2006 compie la sua prima traversata Capri/ Sorrento di 22 chilometri. Nel 2007 partecipa al “Giro D’Italia a nuoto”. Instancabile nel 2009 è testimonial del “Giro D’Europa a nuoto”. Ultima ma non meno importante l’iniziativa “A nuoto nei mari del Globo- Per un mondo senza barriere e senza frontiere”. Questa nuova sfida per conquistare i mari dell’intero pianeta è iniziata nel 2010 con la prima tappa in Israele (17 km a nuoto) e si concluderà nel 2014 negli Stati Uniti. Salvatore ha terminato la sua sesta tappa nel mese di Aprile: ha percorso 43 chilometri nel lago di Kivu a Goma (Congo).

La prossima tappa sarà a settembre nella Baia di Boston (Stati Uniti). Salvatore nuota per attirare l’attenzione e l’interesse per i problemi che riguardano le persone con disabilità, nuota per sostnere con forza una battaglia di civiltà e per promuovere lo sport come strumento fondamentale di crescita e integrazione per le persone con disabilità. Salvatore nuota senza una gamba, da solo per molti chilometri, e lo fa come inno alla vita oltre che per sostenere con convinzione il bisogno di un mondo più accogliente e che favorisca la relazione. Forse nuota da solo ma porta tutti nel cuore, ogni sua impresa è dedicata a coloro che non hanno sempre la forza di reagire alla vita. Leggo negli occhi di Salvatore la meraviglia per i posti sempre nuovi e sempre diversi che esplora e per i magnifici spettacoli che la natura dona: i tramonti Africani ripagano sicuramente di tutta la fatica per quelle sue nuotate cariche di speranza nel futuro. Ed io ci credo e lo sostengo. Credo nel suo sogno e nella voglia di nuotare finché esso non sarà realizzato, credo in un mondo migliore che tenga conto di tutti, credo in una tecnologia sempre più a portata di tutti, credo nell’abbattimento delle barriere architettoniche per una libertà maggiore e credo che non possiamo rimanere indifferenti di fronte al modo in cui Salvatore ha deciso, di essere solidale con chi dalla vita ha avuto qualcosa in meno.

Lo sport poi si sa fa un gran bene alla salute, aiuta ad accettare il proprio corpo e i propri limiti ed è un potente anti depressivo! A questo proposito ricordo che in Italia esiste l’Associazione Art4sport (ispirata alla storia di Beatrice Vio, campionessa paraolimpica che ha subito l’amputazione di tutti e quattro gli arti) che si occupa di promuovere lo sport come terapia per il recupero fisico e psicologico dei bambini e dei ragazzi portatori di protesi. Salvatore è sempre sorridente e accogliente, spero di poterlo incontrare presto al suo rientro da questa grandiosa impresa che sta affascinando il mondo intero. E se Salvatore nuota senza sosta, anche noi abbiamo il dovere di fare qualcosa per queste persone e per le loro famiglie.




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