Inside Fiuggi Family Festival

La giuria del concorso cinematografico quest’anno sarà composta da ‘coppie’ di addetti ai lavori. Abbiamo incontrato il marito di uno di questi duetti: Stefano Alleva, regista italiano, che parteciperà alla V edizione del Fiuggi Family Festival insieme a sua moglie, l’attrice Ewa Spadlo. Dopo aver trascorso un lungo periodo di studi e perfezionamento negli Stati Uniti, il regista è oggi un punto fermo nel panorama della TV italiana: ha diretto, tra le altre cose, alcuni episodi di ‘’Un medico in famiglia’’, “La squadra’’ ed “Elisa di Rivombrosa’’, due stagioni di ‘’Un posto al sole’’ e l’intero spin-off ‘’ La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa’’. Ma Stefano Alleva non è solo un regista: è marito e padre. Tre ruoli che, dalle sue parole si evince chiaramente, non possono essere separati, ma che si completano a vicenda giorno dopo giorno.

È il suo primo anno nella giuria del concorso cinematografico del Fiuggi Family Festival. In base alla sua esperienza come regista, ma anche come padre, quali sono gli ingredienti che rendono una pellicola adatta e interessante per tutta la famiglia?

Direi certamente le tematiche proposte e suggerite dall’opera cinematografica. Il messaggio e le situazioni specifiche, il percorso dei personaggi. Che possano essere un valido spunto di riflessione sia individuale che comune all’interno della famiglia. E non considero di secondo piano il “modo” in cui tutto questo è proposto, anche formalmente.

Il cinema avrebbe le potenzialità per raccontare la famiglia e le tematiche a questa legate, ma spesso si preferisce virare su argomenti diversi e più ‘appetibili’ al pubblico. Ma il pubblico è davvero interessato a vedersi ritratto in modo quasi surreale rispetto alla vita di tutti i giorni? Un cinema che parli di noi è ancora possibile in Italia?

Io credo e spero fermamente che sia ancora possibile in Italia un cinema che parli di Noi. Anzi arrivo a dire che sia sempre più possibile e addirittura necessario. Necessario perché avverto intorno a me, e trasversalmente in tutte le generazioni, dalle più giovani a quelle meno, l’esigenza e la richiesta di questa “offerta” cinematografica. Temo abbiano spesso il sopravvento la logica commerciale nel senso più superficiale e la mancanza di coraggio e/o di coerenza. Il timore di non assecondare i desideri del grande pubblico oppure il tentativo di assecondarli scegliendo la via più immediata e facile. Ravvedo in ciò un modo di sottovalutare il pubblico, che credo invece possa rispondere molto bene alla proposta di tematiche e modelli più vicini a Noi.

Quale attività del FFF, a parte il cinema ovviamente, ritiene più interessante per grandi e piccoli?

Le attività laboratoriali e di approfondimento.

La giuria quest’anno è composta da coppie: lei ne farà parte insieme a sua moglie, l’attrice Ewa Spadlo. Si dice spesso che essere genitori cambi la prospettiva della vita, dandole un nuovo senso. Vi è successo? Vivete in modo diverso il vostro lavoro sul set?

Il “Progetto Famiglia” fin da subito ha assunto, per mia Moglie e me, nella nostra unione matrimoniale e per la nostra esistenza, il ruolo centrale e fondamentale. I figli ne sono stati la naturale conseguenza e uno dei doni più grandi ricevuti dal Cielo. Senza dubbio i figli cambiano la prospettiva della vita. Se, come per noi, sono al centro di un progetto esistenziale, condizionano inevitabilmente ogni scelta, anche le più semplici e quotidiane. Ma, come dicevo, questo è il progetto di vita che Ewa e io abbiamo voluto mettere al centro della nostra esistenza e ne siamo felici. Recentemente una persona a noi cara, che non vedevamo da tempo, è venuta a trovarci. Ad un certo punto ci ha detto: “Ma quanto tempo dedicate ai vostri bambini!!!” Quest’affermazione ci Nha molto colpito e gratificato nel profondo – non posso negarlo! – forse perché noi a questo non pensiamo e lo diamo per scontato.

Uno dei grandi temi affrontati oggi è la conciliazione tra lavoro e famiglia: lei e sua moglie in che modo riuscite a dividervi tra set e casa?

Essendo per noi il “Progetto Famiglia”, come dicevo, centrale e prioritario, tutto il resto diviene accessorio, complementare. Ewa e io abbiamo stabilito per la nostra vita una scala di valori e di conseguenza abbiamo fatto, e continuiamo a fare, delle scelte che spesso equivalgono a piccole o grandi rinunce. Certo, al mondo d’oggi, tutto proteso verso il “successo”, l’affermazione individuale e il riconoscimento di tale affermazione, la nostra scelta può aver in parte pregiudicato o compromesso il raggiungimento di traguardi diciamo così “mondani”. Tuttavia siamo convinti che la nostra scelta di vita non abbia pregiudicato o compromesso la possibilità di laboriosa edificazione e coltivazione di noi stessi anche nella nostra professione.

Il FFF è da sempre attento anche alle situazioni di disagio. Insieme a sua moglie, lei ha fondato l’Associazione Culturale Harvey ed ha avviato una campagna di sensibilizzazione sulle tossicodipendenze, attraverso un film da lei girato. Crede, quindi, che il cinema sia lo strumento giusto per abbattere le barriere di pregiudizi e ipocrisia che spesso contraddistingue quest’argomento?

Credo vi siano diversi strumenti idonei e validi per abbattere le barriere del pregiudizio e dell’ipocrisia e che il cinema sia uno di quelli più efficaci e potenti.

In che modo si può fare cinema parlando di situazioni difficili senza scadere nella semplice ‘cronaca dei fatti’ o dando un’immagine quasi affascinante e accattivante da cui i giovani sono attirati?

Questa è una domanda cui rispondere è difficile e delicato! Conta molto la sensibilità, il sistema di valori, la coerenza e in fin dei conti anche il buon gusto.

La sua vita è stata segnata, tra le altre cose, dalla fede. La sua è una famiglia “praticante”: che posto occupa Dio nella vostra quotidianità, nel vostro lavoro e nei vostri sogni sul futuro?

La nostra vita è interamente offerta e affidata al Signore.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.