Gaia adesso danza per la vita

di Roberta Cretella

È il quindici maggio quando incontro Gaia davanti ad un famoso bar della zona; il luogo l’hanno deciso lei e Andrea, il suo fidanzato, per stare in un posto neutro e a loro familiare; ordiniamo un caffè, poi Andrea ci lascia per consentirci di parlare da sole, da donna a donna. Quando Gaia comincia a raccontarmi la sua storia, avverto un leggero disagio che mi deriva dal fatto di condividere un piccolo segreto col fidanzato: è sua madre che ha chiamato l’Associazione Progetto Famiglia per tentare di farle cambiare idea! Ancora mi risuonano le parole di quella donna, che al telefono, con la voce rotta dal pianto mi chiede di aiutarla a non far commettere al figlio e alla compagna quel grave gesto di chiusura alla vita che è l’aborto. Lei, professoressa e madre di cinque figli, nella sua vita aveva con tutte le forze cercato sempre di conciliare la sua vocazione di madre e di moglie, con quella di essere una buona guida per i suoi studenti e proprio non riusciva a condividere (pur rispettandola) la scelta del figlio e della “nuora” di uccidere quel suo piccolo nipote. Certo, questa gravidanza arriva un po’ inopportunamente, dato che Andrea, studente di medicina all’ultimo anno, non ha ancora un lavoro e lei, ballerina diplomata, è ancora alla ricerca di una collocazione lavorativa stabile; ma per quella donna ancora così piena di energia, c’è solo una strada giusta da percorrere e porta alla vita, sempre e comunque. Gaia mi conferma tutto quello che io in verità già so; la sua decisione sembra irremovibile: quel figlio è arrivato a scompigliarle la vita e soprattutto a distruggere definitivamente il suo sogno, quello di diventare una ballerina professionista! La sua storia è molto triste: ha perso il padre quando era ancora piccola, rimanendo sola con la madre e una sorella disabile. Quest’ultima, inutile dirlo, ha assorbito tutte le energie della mamma e lei si è trovata ben presto a dover crescere e farsi strada con le sue sole forze.

La danza per lei è stata un posto magico dove rifugiarsi e dimenticare le tristezze della vita, per poi diventare, man mano che aumentava la sua bravura, anche una via di riscatto da poter battere con decisione. Anche Andrea, quando è arrivato nella sua vita, si è dovuto mettere in fila, dopo il suo sogno: gli vuole bene certo, ma non al punto da rinunciare a tutto per lui, tanto meno è disposta a dargli quel figlio che per lei equivarrebbe ad appendere le scarpette al chiodo nel momento migliore e più delicato. Ne avranno un altro in futuro, chissà … se Dio vorrà. Gaia è bellissima; la vedo così alta e slanciata, con quel volto molto espressivo e gli occhi volitivi e non stento a credere che abbia davvero un futuro davanti nel mondo dello spettacolo. Per quel bambino pare davvero che non ci sia alcuna possibilità: quando comincio a parlare ogni mia parola e argomento trova sempre il suo sogno a ostacolarmi la strada; infine rinuncio. Arriva Andrea ed io mi accomiato dai due, facendo loro i miei più sinceri auguri di un futuro radioso e di una carriera splendida. Poi, sottovoce, mi avvicino a Gaia e le dico: a volte sono proprio i nostri sogni a distruggerci la vita. Circa tre giorni dopo, mentre sto fuori il cancello di scuola ad attendere i miei figli all’uscita, mi arriva una telefonata. Il numero mi pare di riconoscerlo: è la professoressa che raggiante mi comunica la scelta del figlio e della nuora di tenere il bambino. Mi domando: cosa le avrà fatto cambiare idea? Poi, come sempre, mi rendo conto dell’inutilità della domanda, memore del fatto che la vita ha la meglio sulle nostre umane paure per strade che quasi mai possiamo predeterminare, felice anche in questo caso di aver fatto la mia piccola parte.




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