Due Diocesi in comunione accolgono le famiglie divise
Piero e Paola Pierattini, Don Stefano Salucci, Giovanni e Lisa Sbolci
Era l’anno 1996. A settembre ci ritrovammo con mons. Scatizzi, allora Vescovo della nostra Diocesi, Pistoia, per stendere le date del programma diocesano dell’Ufficio famiglia. In quella occasione fu proprio il Vescovo a proporre di fare una serie di incontri per tutti gli animatori dei Gruppi di Spiritualità Familiare parrocchiali. L’idea ci piacque. Per attuare questa catechesi, fu deciso di prendere in mano il “Direttorio di pastorale familiare” che era uscito già da tre anni, ma che, purtroppo, era pochissimo conosciuto non solo dai laici, ma anche dal clero. Così fu presa la decisione di acquistare un consistente numero del “Direttorio di Pastorale Familiare” da consegnare ai preti in occasione di un incontro diocesano del clero, ed agli animatori dei Gruppi di Spiritualità Familiare parrocchiali in occasione del primo incontro. Iniziarono questi incontri di formazione sulla pastorale familiare tenuti direttamente da mons. Scatizzi, e già nel primo anno, in tre incontri furono analizzati i primi capitoli. Questo schema di lavoro divenne una costante e proseguì anche negli anni successivi, tanto che arrivammo a leggere, riflettere, esaminare e commentare il capitolo settimo, quello che tratta della “pastorale della famiglie in situazione difficile o irregolare”. Questo capitolo richiese un approfondimento particolare; l’interesse era notevole perché non c’era conoscenza precisa dell’argomento e chiarezza sulla operatività pastorale. Ne fu parlato a lungo e, proprio da questo interesse, nacque nel cuore e nell’idea del Vescovo di porre questo settore di pastorale al centro dell’interesse. Fu costituito un gruppo di lavoro di 4 coppie che iniziarono a confrontarsi con il Vescovo e dal 2002 dettero vita ad un’attività pastorale con un cammino specifico per coppie “irregolari”. Veniva così a colmarsi un vuoto nella pastorale della famiglia; era un settore di cui tutti parlavano, era un’esigenza pastorale che tutti sentivano, ma pochi stavano lavorando con le famiglie in situazione irregolare. C’era da capire come accogliere queste persone e come farle sentire parte attiva della comunità cristiana. Anche la Diocesi di Pescia, limitrofa a quella di Pistoia, iniziò ad organizzarsi, contattando anche lo stesso mons. Scatizzi per avere chiarimenti ed indicazioni su come poter agire. Nacque così, con caratteristiche proprie, un settore operativo della Pastorale diocesana di Pescia per seguire ed accompagnare le coppie in situazioni irregolari, che aveva in don Stefano, Giovanni e Lisa gli animatori e le guide. L’argomento “coppie irregolari” fu affrontato in sede di Pastorale della famiglia della regione Toscana, ed il Vescovo delegato regionale, mons. Meini, fece un’osservazione che aprì una prospettiva nuova: “Esistono in molte Diocesi gruppi di lavoro che si sono attivati e si continuano ad impegnare nella pastorale delle coppie irregolari. È un servizio encomiabile, importante, ma se andiamo a leggere i numeri ci accorgiamo che stiamo impegnando ingenti forze per servire alcune centinaia di coppie in tutta la regione. Ma quante sono le coppie che avrebbero bisogno di essere guidate ed accompagnate? Molte, molte di più”. Questa osservazione portò ad una riflessione: “Perché non unire le forze per ottimizzare il servizio?”. Con l’aiuto e la grazia di Dio nacque questa collaborazione, si concretizzò un cammino di “Diocesi in alleanza”, cioè mettere insieme gli operatori per creare un’equipe più forte e capace di seguire un gruppo di coppie più numeroso. Il risultato è stato positivo, alle coppie della Diocesi di Pescia si sono unite quelle della Diocesi di Pistoia ed il fatto stesso di avere un gruppo più numeroso porta alla possibilità di uno scambio, di una messa in comune di esperienze, più vivace, più varia e, soprattutto, più costruttiva.
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