Fine vita, al più presto una legge

di Daniele Nardi

XXIX Convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita. 

Dal 20 al 22 novembre scorso il XXIX Convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita ha riunito a Montecatini Terme oltre 500 delegati degli oltre 315 Cav sparsi in tutta Italia. L’incontro si è concluso con un appello ai deputati perché venga approvata al più presto la legge sul Fine vita. Il tema della fase terminale della vita è stato predominante in tutto il corso dei lavori. Senza dimenticare la specifica vocazione dei Cav che è quella di intervenire sulle gravidanze difficili. Non a caso la sessione conclusiva di domenica 22 novembre si è aperta con la testimonianza di Michela, una mamma che ha raccontato di quando era già sul lettino con il tubicino della flebo, mentre angosciata stava per effettuare l’aborto della sua bambina (Vedi scheda in queste pagine). Ma è ovvio che la cronaca ha le sue esigenze e così sia la tavola rotonda di apertura (a cui hanno partecipato Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, Lucio Romano, presidente di Scienza&Vita,Marina CasiniPino Noia e l’on. Raffaele Calabrò, relatore della legge) si è concentrata sull’attuale dibattito sul Fine vita e sulla legge già approvata al Senato e ora in
discussione alla Camera. I relatori hanno concluso che «Eluana è morta perché alcuni giudici hanno potuto interpretare le norme a modo loro creando un diritto dove diritto non c’era. Una legge che ponga dei paletti chiari è assolutamente necessaria. Una legge che affermi tra l’altro che togliere acqua e cibo ad un paziente vuol dire uccidere un uomo. C’è un testo che la Camera ha ereditato dal Senato, un testo che ha sicuramente degli aspetti perfettibili, ma aprire il capitolo delle modifiche al testo originale vorrebbe dire fornire un alibi a chi la legge non la vuole. Il Movimento per la Vita deve fare di tutto per sostenere la legge nella versione approvata dal Senato e coinvolgere in questo impegno le tante realtà della società
civile che hanno già collaborato all’approvazione ed alla difesa della legge sulla fecondazione artificiale».
Il tema è tornato alla tavola rotonda conclusiva, nel corso della quale, Carlo Casini ha spiegato: “non lasceremo dormire in pace i deputati” perché, ha aggiunto l’onorevole Paola Binetti nei prossimi giorni cominceremo ad esaminare i 2600 emendamenti alla proposta di legge e con questo entra nel vivo la discussione sulla legge”. Il presidente del MpV ha rilevato che “è una coincidenza singolare” che “l’inizio della discussione della legge alla Camera avvenga il 25 novembre, esattamente nel giorno in cui si sarebbe festeggiato il 39° compleanno diEluana Englaro, la donna che con la sua triste ed inconsapevole vicenda ha introdotto la riflessione su Fine vita ed eutanasia nel dibattito politico”. Casini ha ricordato che il MpV ha sempre seguito con attenzione e intensa partecipazione la vicenda: “Come eravamo a Como e fuori dell’ospedale che l’ha accolta in Friuli così siamo stati vicini alla riflessione di senatori e deputati. Ora che si avvicina il momento delle scelte e del voto faremo sentire con ancor maggiore forza la nostra presenza”. Casini, che è pure presidente della Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo, ha sottolineato che “nel nome dell’umanità, del diritto e della dignità dell’uomo è necessario che una legge esplicita impedisca le libere interpretazioni che della norma hanno fatto alcuni giudici consentendo che Eluana fosse lasciata morire”. “Per evitare che altre Eluana vengano uccise – ha aggiunto – ci vuole una legge che, tra l’altro, affermi quanto la sapienza dei semplici da sempre ha ben chiaro e cioè che togliere acqua e nutrimento ad un paziente vuol dire farla morire”. “Per questo – ha continuato –chiediamo con forza che venga adottato anche dalla Camera il testo uscito dal Senato, perché aprire il capitolo delle modici che al testo originale vorrebbe dire fornire un comodo alibi a chi la legge non la vuole”. In conclusione Casini ha preannunciato che nelle prossime settimane verrà inviato a tutti i deputati un appello per ribadire questa posizione e “sarà l’avvio di una mobilitazione nella quale coinvolgeremo le tante realtà della società civile con le quali abbiamo già collaborato per l’approvazione e la difesa della legge 40”.




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