Il pomeriggio di una famiglia solidale

Una coppia di genitori affidatari

Un’ esperienza di affido diurno

Fin da quando eravamo fidanzati, io e mio marito desideravamo fare qualcosa per i bambini che avevano bisogno e vivevano situazioni familiari difficili. In realtà impegnandoci in parrocchia, in oratorio, spesso incontravamo bambini e ragazzi che avevano qualche problema. Ma poi, con il matrimonio, i figli, il lavoro, il desiderio è stato accantonato. Circa un anno fa, in parrocchia alcune famiglie hanno cominciato una semplice attività d’intrattenimento e doposcuola per alcuni bambini del territorio che avevano bisogno di essere seguiti nello studio ma non solo. Allora abbiamo tirato fuori dal cassetto il nostro desiderio di metterci al servizio di bambini bisognosi e dopo aver condiviso l’idea con mio marito ed i miei figli è iniziata questa avventura di essere una famiglia “solidale”. Abbiamo aperto le porte della nostra casa, e ai nostri tre fi gli se ne sono aggiunti altri quattro. La giornata è scandita dai ritmi dei bambini. Tutto comincia dopo la scuola, alle 16.00, quando il silenzio che fino a quel momento regnava in casa viene interrotto dallo squillo del citofono, e dopo qualche minuto ecco arrivare la carovana di bambini che assalgono la cucina, “mamma ho sete”, “Silvia ho fame!” Il momento della merenda, i compiti da completare, andare al catechismo, la corsa a basket, tutte cose che si susseguono freneticamente ma con la gioia che solo il sorriso di un bambino, o il grazie che esprime il visino acceso da due occhini scuri che desiderano tanto amore, possono riempirti il cuore, e consolarti dopo la delusione in ufficio. Angelo, Simone, Luca e Teresa, sono i nostri quattro angeli che hanno saputo allargare e dilatare gli spazi del nostro cuore, e quando la sera tornano a casa e sulla porta dicono “ci vediamo domani”, accendono in noi la speranza che si sentono amati. Siamo contenti di questa esperienza perché per noi essere “famiglie solidali” è un modo per dire “grazie”al Signore per tutto quello che ci ha donato condividendo la nostra famiglia con chi è stato più sfortunato. La nostra esperienza si può riassumere in poche parole: “Abbiamo dato tanto, ma abbiamo ricevuto molto di più!”.




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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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