Una chance per Luca

di Carmela Memoli

Un percorso di crescita e di inserimento in una nuova famiglia.

“Sapevo che cos’era l’affido – racconta Rosa – ed era un’esperienza che la mia famiglia aveva intenzione di fare, e abbiamo iniziato un anno fa un percorso di formazione di famiglie per l’affido organizzato dalla nostra diocesi”.Franco e Adele, al contrario, sapevano che l’affido era qualcosa di diverso dall’adozione, ma non conoscevano tanti altri dettagli, con entusiasmo hanno iniziato il percorso formativo che ha fornito loro tutti gli elementi indispensabili per avere una visione chiara dell’istituto dell’affidamento familiare. Alla fine del corso le due famiglie hanno chiesto di poter iniziare con un’esperienza più semplice, prima di lanciarsi in casi di accoglienza più impegnativi e complessi. È iniziato, così il supporto all’accoglienza del piccolo Luca. Quando chiedo di raccontarmi il primo incontro con Luca, sorridono guardandosi negli occhi, è evidente che quest’esperienza in comune ha rafforzato i vincoli di amicizia e stima tra le due famiglie. Poi Franco ricorda «L’incontro è avvenuto qui in parrocchia, quando Luca è entrato è rimasto impietrito perché eravamo tutti seduti dietro a un tavolo, vedendo la sua difficoltà Rosa ha esordito: “Non siamo qui per fucilarti ma per accoglierti nelle nostre case con grande affetto!”. Quando il giorno dopo è andato a casa di Rosa e Roberto tutto è stato molto spontaneo e tranquillo». Luca è arrivato da una casa famiglia di Salerno dove viveva insieme a due fratellini che sono rimasti lì, mentre per lui si è aperta la strada dell’adozione. Ha qualche problema relazionale anche se è un ragazzo estremamente socievole, un po’ restio a raccontare il suo passato che ogni tanto emerge da qualche frase buttata lì, ma i suoi quattro angeli custodi non gli chiedono nulla, non pretendono di entrare nella sua sfera personale, probabilmente piena di dolore e amarezze, loro sono lì, pronti ad aiutarlo e a sostenerlo con discrezione in questo percorso che si è aperto per lui. Frequentare queste due famiglie offre a Luca l’occasione di intessere relazioni al di fuori di quelle che già ha, e il ragazzo manifesta di apprezzare moltissimo questachance. Il supporto offerto è un aiuto scolastico ma l’obiettivo perseguito, attraverso questo appoggio pomeridiano, è quello di inserire il piccolo Luca in un contesto sociale sano, che possa aiutarlo nel suo percorso di crescita e d’inserimento nella sua nuova famiglia. Rosa racconta che Luca arriva a casa sempre in anticipo, si preoccupa di portare i quaderni e i libri, sembra quasi uno scolaro perfetto quando invece a scuola ha qualche problema a causa della sua eccessiva vivacità. “È molto contento – aggiunge Rosa – quando mia figlia gli va incontro per accoglierlo in casa, gli dà qualche dritta o qualche suggerimento per i compiti”. Un giorno è a casa di Rosa, due giorni a casa di Franco e Adele la cui figlia, sensibile e aperta alle problematiche dei ragazzi, si è offerta di seguirlo personalmente nello studio. Gli altri giorni è impegnato con attività sportive. “Stiamo facendo quello che ci è stato chiesto – mi confidano Rosa e Adele – se ci fosse la necessità di fare di più, noi siamo pronti e disponibili.”




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