Serenità fa rima con flessibilità

di Francsca Saccà

Sempre più spesso le donne si sentono inadeguate come madri, approssimative sul lavoro e infine non corrispondenti all’immagine sociale di donne emancipate e moderne alla quale tutte le altre donne sembrano riuscire a corrispondere. Ma è possibile conciliare famiglia e lavoro? Vediamo come.

Con la crescita dell’occupazione femminile e l’indebolirsi del modello tradizionale di divisione dei ruoli familiari, è cresciuta anche in Italia l’attenzione ai problemi connessi alla necessità di conciliare lavoro e famiglia. Sono sempre più numerose le donne che pur desiderando formare una famiglia non se la sentono, per necessità economiche o per soddisfazione personale, di rinunciare a lavorare. E così, sempre più spesso, la donna si ritrova sulle spalle un doppio lavoro: la propria professione e il peso della gestione della casa e della cura dei figli.

Il primo ostacolo delle mamme in carriera è il senso di colpa poiché non sempre si riesce a trovare l’equilibrio giusto tra l’affetto e il tempo da dedicare ai bambini, e gli impegni del quotidiano. A questo si aggiunge una pressione sociale che considera negativa per il bambino la vita professionale della madre; tutto ciò comporta nelle mamme un vissuto di “inadeguatezza”: si sentono inadeguate come madri, approssimative sul lavoro e infine non corrispondenti all’immagine sociale di donne emancipate e moderne alla quale tutte le altre donne sembrano riuscire a corrispondere. In effetti non è semplice gestire lavoro e famiglia. Sono poche le fortunate che possono contare sulla collaborazione attiva del proprio partner o di altre figure familiari in questi ambiti. Ancora meno numerose quelle che possono permettersi economicamente di contare su baby sitter o collaboratrici. Altre mamme invece non vogliono delegare a qualcun altro la cura dei propri figli o non accettano di buon grado che una persona estranea si aggiri per la casa in loro assenza. Il prezzo da pagare per tutte coloro che si assumono unicamente sulle proprie spalle questi oneri contemporaneamente è senza dubbio una stanchezza molto importante e a lungo andare il rischio è quello di sviluppare condizioni di stress durature, che possono sfociare in disturbi psicosomatici, come la sindrome della fatica cronica. È dunque meglio prevenire lo sviluppo di queste condizioni, ridistribuendo i compiti all’interno della coppia e della famiglia e cercando di ottenere il maggior sostegno possibile dalle risorse disponibili. Conciliare lavoro e maternità è un’impresa ardua ma non impossibile, ecco alcuni importanti suggerimenti:

– Imparare a chiedere aiuto al partner: la cosa più importante per le mamme lavoratrici è quella di prendere atto delle proprie difficoltà e della propria stanchezza e dunque lasciarsi aiutare dal partner ai fini della collaborazione nella gestione della casa e dei figli: l’aiuto nei compiti più semplici, come caricare una lavapiatti o andare a prendere il figlio in piscina, si rivela molto importante nella quotidianità.
 

– Ritagliare uno spazio per sé e per la coppia: concedersi un fine settimana ogni tanto per rilassarsi è un modo per affrontare diversamente la settimana lavorativa. Che si tratti di andare a fare una passeggiata in un parco, magari approfittando della bella stagione, anche portando con sé i bambini, o che ci si voglia concedere un pacchetto in un centro benessere, affidando i figli ai nonni o a persone di fiducia è comunque importante che le mamme lavoratrici si ritaglino uno spazio per sè e per la coppia. 

– Non sentirsi in colpa nel lasciare i propri figli alle cure dei nonni o di una persona fidata: laddove si può contare sulla collaborazione di altre figure familiari è importante che le mamme imparino a fidarsi e a lasciare i propri figli nelle mani di persone fidate. Inoltre se sono presenti figli maggiori è bene che anche loro siano gradualmente responsabilizzati nei confronti dei fratelli o delle sorelle minori. Questo non significa che essi debbano assumersi una responsabilità educativa nei confronti dei più piccoli, ruolo che deve appartenere chiaramente alla coppia genitoriale, ma determina che possano contribuire ai compiti che sono appropriati perla loro età, soprattutto mentre i genitori sono al lavoro. Ma l’elemento più prezioso nell’operazione di conciliare lavoro e famiglia si chiama flessibilitàche significa accettare dei buoni compromessi, sul lavoro e in casa, e soprattutto guardare a sé stesse e ai propri sforzi con indulgenza e affetto. Le ricerche dimostrano che una mamma realizzata e soddisfatta del suo lavoro trasmette un’immagine positiva ai fi gli e che le donne che si dividono tra casa e lavoro godono di migliore salute e si ammalano meno facilmente. Inoltre i figli delle madrilavoratrici hanno uno sviluppo psicologico, emotivo e comportamentale del tutto analogo ai figli delle mamme a tempo pieno. In conclusione ricordiamo a tutte le mamme le parole del celebre pediatra inglese Donald Woods Winnicott (1896-1971) che auspicava per i bambini non una madre perfetta, ma una madre “sufficientemente buona”, ovvero capace, nella sua imperfezione, di attendere ai bisogni del suo piccolo con cure sufficientemente adeguate.




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