RU486…se la conosci, la eviti

Nel mondo sono state 29 le morti accertate per l’uso della RU486. In Italia da quattro anni, in ventisei ospedali viene somministrata alle donne che lo richiedono al fine di procurare la morte dei propri figli. Da quattro anni però non c’è nessuna documentazione sugli effetti fisici e psicologici che questo tipo di aborto provoca nelle donne. Leggiamo alcune esperienze tratte dai blog di chi ha assunto la RU486.
 

Katie
Ho preso la RU 486 quando vivevo in Inghilterra. Mi sono rivolta al sistema sanitario nazionale e non mi hanno dato altra scelta. È una cosa che non raccomanderei a nessuno. È stata l’esperienza più dolorosa e traumatica che mi sia capitata. Ho avuto dei dolori tremendi, l’intero processo è durato per quasi cinque ore e mi sono sentita come se fossi in travaglio. Avevo una nausea fortissima e il ricordo di quell’esperienza è ancora vivo dentro di me. È una procedura che non consiglio a nessuno che abbia un’altra possibile opzione. Fonte: womenshealth.about.com
 

Mary
La pillola sembra una soluzione più semplice, ma in realtà mette la donna una situazione più difficile di quello che immagina. La RU 486 costringe il corpo a una sorta di travaglio che provoca l’aborto. Di conseguenza si provano dei crampi terribili. Inoltre, i resti del feto continuano a uscire dal corpo per giorni dopo che si è presa la pillola. Non posso parlare per gli altri, ma personalmente lo trovo emotivamente non facile. Un altro effetto collaterale della pillola è che si continua a sanguinare per settimane dopo averla presa. Fonte:fluther.com

Lucy
Ho pianto e ho maledetto la mia stupidità di non aver preso delle precauzioni prima che accadesse, ma non ho messo mai in dubbio che valevo più io del mucchio di cellule che stava crescendo nel mio utero e quindi ho preso la decisione di tentare un aborto farmacologico a Siena. Il ginecologo che mi ha seguito era quasi terrificantemente diretto. Mi ha spiegato subito cosa succederà al mio corpo, quali effetti collaterali e complicazioni si possono verificare e che lui é responsabile solo della parte fisica, ma non sa che reazioni psicologiche potrò manifestare. Non ho sofferto molto fisicamente e non ho mai avuto bisogno di analgesici. Ma su livello emotivo era devastante. La settimana fra il test e la ospedalizzazione vivevo come in trance, come se il tutto non succedeva a me. Ho pianto molto, ero supersuscettibile e odiavo il pensiero di dover tenere un qualcosa dentro di me che potenzialmente poteva diventare un bambino che non volevo. Niente sensi di colpa, niente rimpianti…ero solo felice che era passato e che potevo continuare la mia vita! ho fatto pace con la mia decisione, non la ritenevo e non la ritengo sbagliata e ho accettato questa esperienza come un passo importante della mia vita che mi ha insegnato molte cose.




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